“Secondo i portatori di interessi il quadro normativo sul settore dei media è efficace, anche se occorre semplificare alcune norme e avviare ulteriori iniziative pubbliche per sostenere l’industria. Le regole che disciplinano la divulgazione di determinate informazioni giudiziarie continuano a preoccupare i portatori di interessi. Pur essendo protetti da norme e iniziative specifiche, i giornalisti continuano a incontrare ostacoli nell’esercizio della loro professione… Le norme sull’accesso alle informazioni giudiziarie continuano a destare preoccupazione tra i giornalisti. Dopo l’adozione del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188136 (la cosiddetta “riforma Cartabia”), che ha individuato negli uffici di Procura le uniche autorità che possono fornire alla stampa informazioni sui procedimenti penali, sono state introdotte nuove norme, note come “riforma Nordio” 137 ed “emendamento Costa”, che disciplinano l’accesso a determinate informazioni giudiziarie e la loro pubblicazione. Il Governo ritiene che tali misure garantiscano un giusto equilibrio tra la tutela della presunzione di innocenza e la libertà di stampa e di informazione poiché, specialmente nel caso dell’emendamento Costa, i giornalisti sarebbero comunque in grado di informare in merito alle ordinanze di custodia cautelare riassumendone o parafrasandone il contenuto. Diversi portatori di interessi hanno invece affermato che l’emendamento Costa potrebbe avere un effetto dissuasivo per i giornalisti, esponendoli ad un rischio maggiore di accuse di diffamazione in caso di sintesi o riformulazioni errate e che, dopo l’introduzione della riforma Cartabia, vi sono stati casi in cui le procure non hanno informato la stampa di fatti di potenziale interesse pubblico….”
Questo uno dei passaggi chiave del rapporto sullo Stato dell’Unione 2025 relativo all’Italia e alla libertà dei media. A seguire il Rapporto integrale
