Nell’ottocento l’impero britannico attaccò l’impero cinese con quella che restò alla storia come “La guerra dell’oppio”. Si costrinsero i cinesi a consumare la droga fornita dall’Inghilterra. Analoga imposizione fu studiata per l’India. Si costrinsero le imprese indiane a ridurre le attività con leggi vessatorie e demenziali (l’Ue non si è inventata niente) che portarono a far dipendere l’India dall’Inghilterra, soprattutto per i tessuti, con tasse inique, anche sul sale. Oggi si torna indietro.
Per un pazzo che vede il resto del mondo come possibile preda, il colonialismo è una legge di vita. Particolarmente l’Italia è poco più di una colonia, con la politica estera dettata dagli Usa. Incredibile la vicenda degli armamenti. Trump agita il problema della sicurezza dell’Europa in funzione anti Putin, per vendere armi nel vecchio continente. Ma invece favorisce il russo aggressore bloccando gli aiuti all’Ucraina. Le armi Usa arriveranno comunque a Zelensky, ma pagate dall’Ue.
Il ministro Crosetto trattiene a stento l’acquolina in bocca in previsione dell’abbuffata di armamenti, da comprare e vendere. Potremmo prendere esempio dal tipo strano con il ciuffo giallo: i dazi. Basterebbe mettere un dazio del 50% su tutte le armi comprate dall’Italia per ridurre il carico in bilancio a solo il 2,5 % del PIL. Pagare con una mano e incassare con l’altra. Del resto, si tratta di armi che sono di acciaio, che avrà un dazio del 50% dagli Usa. Solo che le armi valgono circa 1.000 euro al chilo. Più di cento volte il ferro. Dalla guerra dei dazi alla Guerra coi dazi, appunto.