Giornalismo sotto attacco in Italia

Referendum. La squallida furbata della Meloni

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I referendum dell’8 e 9 giugno? “Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni”, fa sapere la premier Giorgia Meloni arrivando in via dei Fori Imperiali per le celebrazioni del 2 giugno.
No Signora Presidente del Consiglio, quello che lei vuole fare non è una delle opzioni possibili. Si chiama boicottaggio del voto. Significa, con altre più furbe ma ugualmente pessime parole, fare propaganda per il non voto, come già fanno i suoi colleghi di governo e di maggioranza. Le ricordiamo che l’articolo 48 della nostra Costituzione, anche se lei non  la rispetta, ci dice che l’esercizio del voto è un “dovere civico”, tanto più importante per chi, come lei, ricopre cariche pubbliche. Se non sa come votare metta pure scheda bianca nell’urna, ma non ritirarla equivale ad astenersi dal voto. Lei fa propaganda contro uno degli istituti più delicati e importanti della democrazia diretta. Già ma a lei interessa solo il premierato. Ma il popolo esercita la sovranità, che gli è garantita dall’articolo uno della Carta costituzionale, attraverso la partecipazione alla vita democratica, non eleggendo una donna sola al comando.

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