Perdendo il passato non avremo un futuro. Come ogni anno, a Catania, è passata del tutto inosservata la ricorrenza del 31 Maggio 1860. Per i tantissimi che non la conoscono ricordiamo che è il giorno della liberazione della città etnea dal giogo borbonico. La quasi totalità dei catanesi ritiene che fu il controverso Garibaldi a portare la libertà alla loro città. Invece l’”eroe dei due mondi” da Catania, nel 1860, neanche ci passò. Tornò soltanto qualche anno dopo per proclamare, dal balcone di via Etnea: “O Roma o morte”. Nel giusto mezzo, in Calabria, fu ferito. Venne a Catania conoscendo lo spirito patriottico della città che non aveva avuto bisogno di lui per liberarsi.
Questo bastò per intitolare a Peppino la ex Porta ferdinandea, ingresso occidentale a Catania.
Per gli eroi del 31 maggio poche citazioni. La formidabile eroina Peppa a Cannunera è ricordata con l’intitolazione di un minuscolo vicoletto non lontano dalla odierna Porta Garibaldi (sic!). Fu anche merito della coraggiosa catanese se Catania fu l’unica città italiana che si liberò, definitivamente e da sola, in tutto il Risorgimento. Distrusse a cannonate la temibile cavalleria borbonica.
La stessa via 31 Maggio era una via senza sbocco, che è diventata oggi funzionale a seguito di un prolungamento di cui personalmente ho qualche colpa. Una pièce teatrale è stata rappresentata qualche anno fa per ricordare l’epopea garibaldina e l’insurrezione catanese. Nell’opera si evince che la storia dell’eroe dei due mondi non è stata scritta in modo esatto. Fu quello il vero Abbaglio.