Giornalismo sotto attacco in Italia

Colpevoli di essere giornalisti

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Colpevoli di usare penna e taccuino, computer e telecamera, microfono e macchina fotografica: insomma colpevoli di informare. Perché a Gaza dall’inizio del conflitto nel 2023, vige la regola “giornalista=terrorista” presa tanto sul serio dall’autorità militare israeliana che ad oggi ha già “abbattuto” 214 operatori dell’informazione. Uccisi mentre filmavano reportage nei campi profughi o le atrocità della guerra ma anche in attacchi mirati alle loro abitazioni (insieme alle famiglie) o mentre lavoravano sotto una povera tenda adattata ad ufficio. Le pettorine con la scritta “press” che tutti indossavano sul lavoro sono diventate un comodo e semplice bersaglio. L’obiettivo è chiaro : isolare e depotenziare le violenze israeliane con la mordacchia del black out mediatico, paralizzare l’informazione terrorizzando i reporter locali (uniche urla nel silenzio dell’orrore) e proibire l’ingresso a quelli stranieri se non rigorosamente accompagnati dai soldati di Tel Aviv per “visite guidate”. Una violenza cieca che non ha risparmiato neanche il coregista del documentario “No other Land” premiato quest’anno con l’Oscar picchiato dai coloni e poi arrestato sull’ambulanza che lo stava portando in ospedale.

Il “giornalisticidio” in corso si arricchisce di ora in ora di nuove vittime. Impossibile non reagire per chi ha a cuore il “mestiere di vivere per informare”, insomma per i giornalisti stranieri a cui è negato il diritto-dovere di recarsi sugli scenari di conflitto e di assistere impotenti al body count in continuo aggiornamento dei propri colleghi palestinesi (ma anche 9 libanesi).

Mercoledì 16 aprile sindacati e organizzazioni dei giornalisti francesi hanno organizzato due manifestazioni a Parigi e Marsiglia per rivendicare il diritto di ingresso a Gaza e fermare la strage di reporter palestinesi. Una mobilitazione del genere sarebbe auspicabile anche in Italia. Intanto Articolo 21 porterà in piazza nelle manifestazioni per l’80° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo in programma per il 25 aprile le istanze di accesso per i reporter nella Striscia di Gaza e lo stop al “giornalisticidio” dei cronisti palestinesi, disumano tassello della strategia di silenziamento dei crimini in atto.


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