E’ stato pubblicato oggi il Rapporto annuale, per il 2024, sulla libertà di stampa in Europa. Tra i nodi più importanti da affrontare le pressioni politiche, la disinformazione e l’erosione dell’indipedenza dei media. I dati sono stati raccolti e ora diffusi dalla Piattaforma per il rafforzamento della protezione dei giornalisti. Il rapporto annuale è stato redatto dalle organizzazioni partners, un gruppo di Ong che si occupa della difesa della libertà di stampa e le associazioni dei giornalisti. Il dossier esamina le pressioni della politica e le azioni che influenzano la libertà dei media e la sicurezza dei giornalisti in Europa, individuando e indicando le modifiche e i provvedimenti che sarebbero utili a migliorare la condizione dei giornalisti e della libertà di informazione.
Nel 2024, la piattaforma per la sicurezza dei giornalisti ha registrato 266 alert, in linea con l’anno precedente ma significativamente al di sopra dei livelli pre-COVID. Gli alert comprendono attacchi fisici, intimidazioni, privazione delle libertà, impunità e altre azioni restrittive. Nel 2024, la piattaforma ha introdotto una nuova categoria, quella degli ostacoli sistemici alla libertà dei media e il primo dossier specifico di avvisi sistemici è stato emesso a settembre in merito alle leggi e alle pratiche sulla diffamazione.
Nel contesto europeo la Georgia ha registrato il più forte aumento di allert nel 2024, più del triplo rispetto all’anno precedente, in gran parte a causa di attacchi ai giornalisti durante le proteste pro-UE. I Paesi con il numero più elevato di allert sulla piattaforma sono stati l’Ucraina (40), dove la maggior parte delle violazioni si è verificata nei territori occupati dalla Russia o è stata attribuita alle forze russe; la Russia (32), seguita da Turchia (28), Serbia (20) e Georgia (18).
C’è anche dell’altro nel rapporto: negli ultimi anni, i giornalisti hanno imparato l’importanza della protezione delle loro comunicazioni professionali e private dalla sorveglianza e dall’hacking. L’uso di spyware come Pegasus o Predator per monitorare i giornalisti
è stato documentato in diversi Paesi.
Per quanto riguarda l’Italia sono state sollevate numerose preoccupazioni sulla libertà di stampa nel 2024, ma, per altro verso, è emersa l’efficacia del sistema di monitoraggio del Ministero dell’Interno, istituito nel 2017, per proteggere i giornalisti, in particolare dalla criminalità organizzata. A marzo 2024, il Centro di coordinamento per il monitoraggio, l’analisi e lo scambio di informazioni sugli atti di intimidazione contro i giornalisti, coordinato, appunto, dal Ministro dell’Interno, ha pubblicato un rapporto dettagliato che documenta 98 specifici atti di intimidazione diretti contro i giornalisti nel 2023. Di questi, 12 erano attribuiti alla criminalità organizzata e 40 a gruppi politici o altri gruppi sociali. Tali rapporti consentono alle forze dell’ordine di modellare e indirizzare meglio le politiche per ridurre gli attacchi alla stampa.
