Quel mazzo di rose gialle

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Defilata rispetto alla piccola folla che si era creata intorno al presidio questa mattina, una signora attendeva in disparte con un piccolo mazzo di rose gialle. Appena è apparsa Paola, la mamma di Giulio Regeni, le si è avvicinata con discrezione e glielo ha offerto.  Il sorriso sereno e dolce di Paola è valso assai più di un semplice grazie. Nelle foto che vedrete oggi quel mazzo di rose gialle è stretto tra le mani di Paola. Questo è il senso di una scorta mediatica. Esserci, condividere il dolore di una famiglia e il suo desiderio di giustizia. Tenere le luci accese, illuminare il volto di chi ha perso un figlio che sognava un mondo nel quale quella giustizia trionfasse, soprattutto a favore di chi lotta per la libertà.

Quel mazzo di rose gialle è testimonianza, la riassume, la carica di sentimento umano. Quel sentimento umano che i torturatori di Giulio hanno offeso mentre offendevano il suo corpo, martoriandolo. Mentre offendevano la dignità di un ragazzo di 28 anni animato da ideali umanitari.

Per questo Giulio stava studiando. Voleva prepararsi ad una vita di lavoro e di impegno civile.

Come Paola e Claudio, i genitori di Giulio, anche noi crediamo nella giustizia. E per questo accompagnarli sino all’aula del Tribunale di Roma, è un gesto di vicinanza ma anche un gesto di fiducia e di lotta. Perché è questo che sta facendo la famiglia Regeni: sta lottando per avere verità e giustizia. Qualcosa che si dovrebbe ottenere quasi senza sforzo in una società che si fonda sullo stato di diritto, se tutti collaborassero per ottenerla. Purtroppo non avviene. Gli avvocati, il Pubblico Ministero, i Giudici fanno e faranno ogni sforzo per giungere ad una verità processuale che si avvicini il più possibile alla verità dei fatti.

Non l’hanno fatto finora le autorità egiziane. E fragile, quasi impalpabile, è l’impegno del Governo italiano che non ha mai stretto in un assedio democratico, tenace, l’Egitto. Le parole “vogliamo verità e giustizia per Giulio” non sono pronunciate con forza, non si pretende prima di ogni accordo politico od economico con l’Egitto che i responsabili vengano consegnati al giudizio di un Giudice. E che si squarci finalmente il velo che copre i perché della morte di Giulio.

La scorta mediatica di Articolo 21 e di tutti coloro che non si vogliono arrendere continuerà. Non ci stancheremo così come non si stancheranno Paola e Claudio. Perché la richiesta di giustizia è più forte di qualunque compromesso


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