Giornata della Memoria: c’è chi la sporca invitando il sindaco nostalgico di Salò

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Ci sono due modi per violare i diritti: concederli solo ad alcuni o girarsi dall’altra parte quando vengono calpestati. In entrambi i casi è una pratica scorretta e pericolosa.

Intorno alla Giornata della Memoria sono stati usati troppo spesso due pesi e due misure: non si può rimanere in silenzio.

Il 25 gennaio, due giorni prima della Giornata della Memoria, in contemporanea con le richieste delle comunità ebraiche di vietare i cortei a favore delle vittime palestinesi, la radio della Confindustria, ospitava nella sua trasmissione di punta, la Zanzara, il sindaco di Pennabilli, Mauro Giannini che si vanta di portare al collo la medaglietta della X MAS e un fascio littorio con la M di Mussolini. Immagino l’obiezione: vi chiamate Articolo21 e chiedete la censura? In questo pezzo non troverete una richiesta di censura, bensì una richiesta di riflessione.

Si può criticare la scelta di invitare un personaggio che intrinsecamente è portatore di ideologie razziste, suprematiste, violente? E si può criticare la scelta di invitarlo a due giorni dalla Giornata della Memoria che ricorda – vale la pena di sottolinearlo – “tutte le vittime dell’olocausto e delle leggi razziali, coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista”. Per essere più chiari: per ricordare le vittime di quell’orrore i due conduttori della trasmissione hanno pensato bene di invitare un esponente politico che ammira chi dava la caccia agli ebrei per spedirli nei lager, che fucilava i partigiani, che si contrapponeva ai militari che non volevano allearsi con i nazisti.

Invitate un filo-nazista? E allora aspettatevi anche una vagonata di critiche. Che però, a dire il vero, non sono arrivate. E questo è il punto forse più rilevante. Neppure i più zelanti, neanche una delle associazioni e dei partiti che hanno chiesto il preventivo stop alle manifestazioni contro i massacri di Gaza perché avrebbero messo in pericolo il senso profondo della Giornata della Memoria, nessuno di loro ha detto una parola di fronte ad un sindaco che – leggo dall’account della trasmissione La Zanzara – ha detto: “alla X MAS erano degli eroi… io mi sarei schierato con la Repubblica di Salò… sono dannunziano, il fascismo ha fatto cose buone… ad un figlio gay parlerei per fargli capire la normalità e poi gli farei vedere delle belle gnocche…il sesso gay è contronatura… il Papa è il capo del Pd”.

Che paradosso:  i giornali sono pieni di elogi al Presidente della Repubblica che, celebrando la Giornata della Memoria ha detto che non c’è niente di peggio di “compiere superficiali operazioni di negazione o riduzione delle colpe, personali o collettive”. A chi si riferiva se non proprio ai fascisti che piacciono al sindaco di Pennabilli (e speriamo non anche ai conduttori de La Zanzara). Mattarella è stato ancora più esplicito: “l’Italia adottò durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza – le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei”. Capito? Proprio quella Repubblica di Salò che piace tanto al sindaco di Pennabilli a cui la radio di Confindustria ha dato spazio due giorni prima della Giornata della Memoria.

Il problema non è mettere alla gogna una trasmissione, e non vediamo neppure fascisti ovunque: l’ideologia dell’odio – quella rivendicata dal sindaco di Pennabilli – viene sdoganata dalla banalizzazione, diventando accettabile, quasi divertente. I due conduttori sono troppo intelligenti da non saperlo. E poi non è accettabile che si usino due pesi e due misure: il senso profondo della Giornata della Memoria è stato messo in discussione dai saluti romani di Acca Larentia, dalle troppe aggressioni omofobiche e dagli stereotipi antigitani, dai negazionisti della Shoah e da chi invita in trasmissione i sindaci nostalgici del fascismo. O se sono amici del governo in carica non vale?


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