Caso Ilaria. Salis Interrogazione Stefania Ascari al ministro Tajani

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Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale,  al Ministro della Giustizia – per sapere – premesso che: 
Si apprende da fonti di stampa del caso di Ilaria Salis, cittadina italiana di 39 anni, accusata assieme ad altre persone di aver aggredito dei neonazisti  a Budapest nei giorni in cui, fra il 9 e il 12 febbraio 2023, migliaia di militanti di estrema destra da tutta Europa erano in Ungheria per festeggiare il cosiddetto “Giorno dell’onore” (Tag der Ehre).
In quell’occasione diversi militanti neonazisti ungheresi e stranieri furono aggrediti per strada da un gruppo di persone a volto coperto e alcuni di questi episodi furono ripresi dalle telecamere di sicurezza dei negozi nella zona.
Pochi giorni dopo le autorità ungheresi procedettero all’arresto di militanti antifascisti sul luogo, tra cui la nostra connazionale Ilaria Salis: per la legge ungherese rischiano fino a 16 anni di carcere.
Ilaria Salis sin da principio si è dichiarata innocente sostenendo di aver partecipato a contro-manifestazioni pacifiche che si erano tenute a Budapest nel corso della giornata ma di non aver aggredito nessuno.
Dopo l’arresto, Salis è stata portata in un carcere di massima sicurezza nella capitale ungherese, dove attualmente si trova in attesa del processo che inizierà a fine gennaio 2024. Per i primi sei mesi le è stato impedito ogni contatto con la famiglia, poi da settembre i familiari sono riusciti a visitarla solo due volte e asseriscono di averla vista molto provata.
In una lettera che ha fatto arrivare in Italia attraverso i suoi avvocati all’inizio di ottobre, Salis dichiara di vivere da mesi in «condizioni disumane»: nella sua cella ci sono topi, scarafaggi e cimici dei letti che le hanno provocato una reazione allergica durante i primi tre mesi di detenzione. Nonostante tali condizioni, Salis sostiene che il personale del carcere non le abbia fornito alcuna crema o medicina. Durante la prima settimana sono mancati carta igienica, sapone e assorbenti, e nei mesi successivi è capitato più volte che non le fosse dato da mangiare per cena.
Il colloquio con i suoi avvocati prima dell’udienza è durato pochi minuti ed è stato fatto in presenza di un poliziotto. Per presentarsi in tribunale le sono state ammanettate mani e piedi e le è stato messo al polso anche un guinzaglio di cuoio tenuto da un agente per tutta la durata dell’udienza. Le condizioni descritte da Salis non sono nuove: l’Ungheria è già stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per gravi violazioni dei diritti dei detenuti.
I familiari e gli avvocati di Salis contestano anche la pena a cui potrebbe essere sottoposta in futuro. Salis potrebbe ricevere una condanna fino a 16 anni di carcere per un reato che in Italia di solito viene punito con 4 anni; inoltre le lesioni riportate dalle persone aggredite sono guarite in pochi giorni. Salis ha già ricevuto una proposta di patteggiamento a 11 anni di carcere che ha rifiutato, dicendo di non aver partecipato alle aggressioni. Una pena così alta non è data solo dalle leggi più dure dell’Ungheria in questo campo, ma anche perché le autorità ungheresi aggiungono all’accusa di lesioni anche due aggravanti, ossia quelle di «aver potuto pregiudicare la vita della vittima e di aver commesso il reato all’interno di un’organizzazione criminale».
Le autorità sostengono che le aggressioni fossero state pianificate da Hammerbande, un gruppo fondato a Lipsia, in Germania, nel 2017 che ha l’esplicita «finalità di attaccare e assaltare i militanti fascisti o di ideologia nazista».
Attraverso gli avvocati i genitori hanno chiesto per quattro volte che la figlia potesse attendere il processo in Italia, ma le richieste sono state respinte per rischio di fuga -:
Se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali azioni diplomatiche abbiano intrapreso per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali di Ilaria Salis durante la sua detenzione in Ungheria.
Quali misure di supporto legale siano state fornite a Ilaria Salis, considerando le apparenti violazioni dei suoi diritti.
Come intende il Governo italiano affrontare e valutare le condizioni carcerarie in Ungheria, alla luce delle dichiarazioni di Ilaria Salis e delle condanne della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Come sta procedendo il dialogo con le autorità ungheresi riguardo al caso di Ilaria Salis e alla generale situazione dei diritti umani nel Paese.
Quali misure preventive e di protezione intenda adottare il Governo per tutelare i cittadini italiani all’estero, in particolare in Paesi con noti problemi di rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani.
Stefania Ascari, deputata M5S 

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