La Costituzione e i busti del duce

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Chi ha scritto la Costituzione italiana aveva davanti agli occhi le macerie della guerra. E le macerie della democrazia calpestata da venti anni di dittatura fascista. E vivo era il ricordo di chi si era battuto contro i nazisti che avevano occupato il paese. Migliaia di morti, come ricordava Calamandrei, che avevano sacrificato la loro vita per un ideale di libertà.
Chi ha scritto la Costituzione aveva chiaro l’obiettivo: creare le condizioni per la nascita di una Repubblica fondata sui diritti e la democrazia. Perché nessun nuovo fascismo potesse mai più rinascere.
A quel lavoro di ricostruzione democratica parteciparono tutti gli antifascisti, quelli cattolici, quelli socialisti, quelli comunisti, quelli liberali, quelli azionisti, quelli laici e indipendenti. Tutti. Tranne i fascisti.
Non a caso, per molti anni, è stata in uso un’espressione che raggruppava le forze politiche democratiche e antifasciste, definite dell'”arco costituzionale”. Perché avevano partecipato alla scrittura della Carta.
Di quell’arco costituzionale non faceva parte il Movimento Sociale Italiano, fondato dai reduci di Salò ai quali la neonata democrazia aveva consentito di costituirsi in partito. Perché questa è la democrazia: consentire a tutti di organizzarsi e partecipare alla vita politica. L’ esatto contrario della dittatura che imprigiona e uccide gli oppositori.
Oggi i nipotini del Movimento Sociale sono al governo del paese. Grazie a quella Costituzione che non hanno scritto. E fremono dalla voglia di cambiarla.
Per raggiungere il loro obiettivo la attaccano, la indeboliscono, la disprezzano.
Fino all’ ultima surreale presa di posizione della seconda carica dello Stato, il senatore Ignazio La Russa, secondo il quale la Costituzione italiana piaceva all’ Unione Sovietica e al Pcus. No, Presidente. Non poteva piacere ai regimi comunisti perché era l’esatto contrario del Pcus e dell’ Unione Sovietica. La Costituzione è la cornice che accoglie uno stato democratico che si oppone ad ogni forma di dittatura. Perché l’Italia ha vissuto la dittatura e non vuole riviverla. In qualunque forma voglia ripresentarsi.
Lei ha offeso la memoria di chi ha scritto quei 139 articoli. E lo ha fatto da Presidente del Senato. Il che rende più grave la sua affermazione.
Lei, Presidente, è stato eletto grazie a quella Costituzione, vi ha giurato fedeltà, ha giurato di rispettarla con onore. E di applicarla.
Purtroppo sembra che la Costituzione non piaccia a lei. Ed è forse per questo che ostenta tra i suoi cimeli i busti del duce.
Sa, onorevole La Russa, credo che neanche al suo duce sarebbe piaciuta la nostra Costituzione. E questo la rende ancora più bella. E attuale. La difenderemo con ogni energia democratica. È una promessa.

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