Morire di giornalismo. End impunity oggi e sempre

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Faisal Abdullah era un giornalista che lavorava in Egitto come fixer per i colleghi stranieri. Ci siamo conosciuti a Il Cairo dove ero nel 2007 per lavoro.
Mi aiutò a raccogliere materiale per un’inchiesta sulle condizioni nelle carceri egiziane dopo la vicenda di Abu Omar, che aveva denunciato violenze e torture subite durante la detenzione nel Paese dove era stato portato dopo il rapimento in Italia e imprigionato nel 2003.
Faisal nel 2014 è stato vittima di una ‘sparizione forzata’.
In Egitto è normale scomparire nel nulla o essere arrestati e condannati semplicemente per aver fatto il proprio mestiere, come è avvenuto per il fotoreporter Shawkan, che ha scontato piu di cinque anni di carcere nonostante non avesse mai commesso alcun crimine.
Nella giornata dell’ «End Impunity for crime against the journalists» il mio pensiero va a Fais, ma anche a Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Vittorio Arrigoni, AntonioRusso, Andrea Rocchelli e a tutti i giornalisti uccisi, anche oggi a Gaza, ancora senza giustizia.
Come Daphne Caruana Galizia, di cui è ricorso l’anniversario dell’uccisione, pochi giorni fa, e senza dimenticare Jamal Khashoggi vittima del più feroce degli omicidi di giornalisti.
Torturato, fatto a pezzi e sciolto nell’acido nel consolato dell’Arabia Saudita  a Istanbul.

Tra il 2006 e il 2023, oltre 1.600 giornalisti sono stati uccisi in tutto il mondo, con quasi 9 casi su 10 di questi omicidi rimasti giudizialmente irrisolti, secondo l’OsservatorioUNESCO dei giornalisti uccisi.
L’impunità porta a più uccisioni ed è spesso un sintomo del peggioramento dei conflitti e del crollo dei sistemi legali e giudiziari. L’UNESCO è preoccupata che l’impunità danneggi intere società coprendo gravi violazioni dei diritti umani, corruzione e criminalità. Ai governi, alla società civile, ai media e a tutti coloro che sono interessati a sostenere lo stato di diritto è stato chiesto di unirsi agli sforzi globali per porre fine all’impunità.

È in riconoscimento delle conseguenze di vasta portata dell’impunità, in particolare dei crimini contro i giornalisti, che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione A/RES/68/163 nella sua 68a sessione nel 2013 che ha proclamato il 2 novembre come “Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti” (IDEI). La risoluzione ha esortato gli Stati membri ad attuare misure definitive che contrastino l’attuale cultura dell’impunità. La data è stata scelta in commemorazione dell’assassinio di due giornalisti francesi in Mali il 2 novembre 2013.

Ogni due anni, la campagna di sensibilizzazione per la commemorazione della Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti coincide con i risultati del rapporto del direttore generale dell’UNESCO che delinea lo stato attuale dell’impunità globale e regionale.

L’ufficio dell’UNESCO di Kabul ha anche contribuito a commemorare la Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti quest’anno installando striscioni in più lingue; visibilità nazionale e internazionale e sui social media per riaffermare il suo impegno nei confronti dei giornalisti, delle organizzazioni di supporto ai media e del pubblico.

Commemorazione globale del 2023

Quest’anno, la commemorazione principale di questo giorno significativo è prevista per il 2-3 novembre 2023 presso la sede dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS) a Washington D.C.

Organizzato dall’UNESCO, in collaborazione con il Segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani (OAS), la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) e il suo Ufficio del relatore speciale per la libertà di espressione (RELE), l’evento mira a rafforzare i legami tra le organizzazioni e gli attori coinvolti nella promozione della libertà di espressione e rafforzare una risposta coordinata alle minacce affrontate dai giornalisti.

Questo importante evento includerà più pannelli e discussioni, riunendo un gruppo eterogeneo di parti interessate tra cui ex relatori speciali, mondo accademico, organizzazioni della società civile, stati, agenzie delle Nazioni Unite e qualsiasi altro individuo dedicato a migliorare la sicurezza dei giornalisti in tutto il mondo.

La giornata commemora inoltre il 25° anniversario dell’istituzione della relazione speciale dell’OSA e il 30° anniversario della procedura speciale delle Nazioni Unite, due uffici specializzati che svolgono un ruolo fondamentale nella promozione e salvaguardia della libertà di espressione a livello globale.


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