“Io Capitàno”. Tre licei romani incontrano Matteo Garrone. Giornalisti e insegnanti insieme per affermare il diritto alla conoscenza. Un’iniziativa di Articolo 21

0 0

Aula magna del Liceo “Mamiani” di Roma.  Ore 11.30. Un avvenimento speciale. Un incontro vero. Quello avvenuto tra il regista Matteo Garrone e gli studenti del Liceo Mamiani, del Liceo Tasso e del Liceo Francesco d’Assisi di Roma: 150 in presenza e almeno quattrocento collegati dalle aule magne e dalle aule delle altre due scuole.

Non è un fatto consueto vedere intorno a un tavolo, presso una scuola, sedere insieme due giornalisti in rappresentanza di “Articolo 21” (Renato Parascandolo e Beppe Giulietti), dei docenti e un regista come Matteo Garrone, nel comune intento di rendere onore alla verità.

E’ una maestro della regia, Garrone, maestro nel riuscire a raccontare una verità che è troppo dura da descrivere, ma che può essere narrata con la poetica di chi riesce a vedere l’eroismo di un’umanità che si scontra con la violenta negazione di qualsiasi diritto, l’abisso infernale della mancanza assoluta di ogni forma di civiltà.

Ce lo ha raccontato con le immagini del suo ultimo film, Io capitano, a volte quadri preziosi, a volte sequenze di un racconto epico. Ce lo ha raccontato oggi a scuola, parlando con ragazzi che non conoscono il deserto del Sahara, ma che conoscono il deserto di una società che non lascia spazio alla loro umanità e che li fa ammalare di solitudine e competizione.

Grande occasione di riflessione dunque. Accade, anche se non sempre, che la scuola riesca a portare avanti, insieme, sapere critico e conoscenza. Accade che i ragazzi si interroghino e facciano domande, non per un voto più alto, ma perché la loro sete di verità si è risvegliata.
Accade che capiscano che i modelli da seguire possono essere altri rispetto ai modelli che l’occidente stanco gli propone. Sono entrati in empatia con i protagonisti del film, capendo che la  purezza di quei personaggi è la sola vera forza e che l’unico modo per riuscire in un’impresa, a volte, può essere quello di credere negli antichi valori dell’amicizia e della solidarietà.

I loro occhi meravigliati da un racconto diverso, chiedono di essere alfabetizzati ai sentimenti e di poter accedere a un’informazione più veritiera. Oggi non c’era tifoseria tra destra e sinistra finalmente, tra “fasci” e “comunisti”, come talvolta si vede nelle assemblee studentesche.
Oggi eravamo tutti dalla parte di due compagni che potrebbero essere i compagni di una scuola più grande, quella della vita. I nomi di questi due nuovi compagni sono Seydu e Mustafa,  i protagonisti di Io capitano.

Gabriella Saponaro, Docente del Liceo Mamiani di Roma


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21