Ritardi inaccettabili per la Commissione d’inchiesta sulla Moby Prince. La lettera dei familiari delle vittime

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La proposta di istituire una commissione di inchiesta sulla Moby Prince è stata approvata in Commissione Trasporti ma non ancora messa in calendario per l’aula; ai familiari delle vittime era stato detto che sarebbe stata calendarizzata a luglio.  Luchino Chessa e Nicola Rosetti per conto di tutti i familiari hanno inviato una lettera ai capigruppo e a Fontana per sollecitare, e sono pronti per andare a settembre davanti a Montecitorio con lo striscione.
“Chiediamo la calendarizzazione in Aula subito dopo la pausa estiva della proposta di commissione di inchiesta sulla strage della Moby Prince approvata all’unanimità in commissione Trasporti della Camera; ogni ulteriore rinvio sarebbe per noi incomprensibile e intollerabile”, dicono infatti  i presidenti delle associazioni dei familiari delle vittime della Moby Prince, Luchino Chessa (Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince) e Nicola Rosetti (Associazione 140) in una lettera inviata al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e ai capigruppo di Montecitorio.

“Fin dall’inizio di questa Legislatura – proseguono Chessa e Rosetti – siamo stati contattati da deputati appartenenti a vari gruppi parlamentari, di opposizione e di maggioranza, che ci hanno chiesto di portare il nostro contributo alla stesura della proposta di commissione di inchiesta. Adesso chiediamo che questa attenzione nei confronti delle nostre Associazioni e di tutti i familiari delle vittime, di cui siamo grati alle forze politiche, si traduca in una rapida approvazione della commissione di inchiesta senza ulteriori rinvii. Abbiamo lottato per più di 32 anni per avere verità e giustizia mettendo in discussione, da soli, la ricostruzione ufficiale di quanto avvenuto quella tragica notte davanti al porto di Livorno; e continueremo a farlo, adesso che siamo all’ultimo miglio ancora di più. Non possiamo aspettare altri anni per mettere fine a questa vicenda. Vogliamo arrivare ad una verità storica; lo dobbiamo alle 140 vittime del Moby Prince, a noi familiari e alla nostra nazione. Soprattutto non vogliamo lasciare questa battaglia alle nuove generazioni, ai nostri figli e nipoti. Si tratta, adesso, di portare a termine il lavoro della commissione di inchiesta della scorsa Legislatura interrotto a causa dello scioglimento anticipato delle Camere” concludono.
È stato il disastro più grave nella storia della nostra navigazione civile. Il popolo italiano non può dimenticare. (…) Sulle responsabilità dell’incidente e sulle circostanze che l’hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a fare intera luce”, aveva detto il Presidente Sergio Mattarella in occasione dei 30 anni dalla strage


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