Interferenza politica sulla Rai, il commissario Thierry Breton “richiama” tutti

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“La Commissione è consapevole dei rischi di interferenza politica che incidono sull’indipendenza dei media del servizio pubblico in Italia”. Lo scrive il commissario Ue per il Mercato unico Thierry Breton in risposta a un’interrogazione firmata da 15 eurodeputati, tra i quali dieci del Pd. Breton evidenzia la mancanza di “sviluppi” nel quadro normativo della Rai “malgrado l’esigenza, menzionata nella relazione” Ue “sullo Stato di diritto 2022 e nell’Osservatorio del pluralismo dei media 2023 di una riforma che permetta alla Rai di resistere meglio ai rischi di influenze politiche e dipendenza finanziaria nei confronti del governo”.

Per il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, “le parole del Commissario europeo Thierry Breton sui  ‘rischi di interferenza politica che incidono sull’indipendenza’ della Rai sono di straordinaria importanza. È da tempo che denunciamo il fatto che le norme su governance e risorse del Servizio Pubblico sono lontane dalle indicazioni europee. La svolta arriverà tramite il Media Freedom Act, ma la Rai non può aspettare i suoi tempi di approvazione”.

L’auspicio è che “la Commissione e tutte le istituzioni europee mettano in atto tutte le azioni di loro competenza per assicurare al Servizio Pubblico italiano la necessaria indipendenza. Le parole del Commissario Ue – incalza Di Trapani – devono suonare da monito anche per il Parlamento italiano: la riforma della governance è non più rinviabile. Ma è inutile girarci intorno: l’attuale Cda scade tra 1 anno, quindi l’unica strada credibile è la calendarizzazione in Commissione in sede legislativa. Fuori da questa ipotesi saremmo di fronte all’ennesimo balletto di proposte senza possibilità alcuna di essere approvate”.
“Cambierà qualcosa dopo l’ammonimento arrivato dall’Europa sulla legge Rai? – si chiede Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale dei presidi di Articolo 21 – Non si tratta della prima volta, già nel passato da Parlamento e Commissione europea sono arrivati inviti a varare una norma sul conflitto di interessi e a rivedere la legge sulle fonti  di nomina del servizio pubblico. Del resto – prosegue Giulietti –  era stato il medesimo presidente Ciampi , durante la discussione sulla legge Gasparri, ad inviare i messaggio al Parlamento e a indicare i paletti dell’autonomia politica, editoriale e finanziaria. Da allora nulla, anzi prima la legge Gasparri e poi la legge Renzi, voluta dal centrosinistra, hanno peggiorato la situazione, inasprendo le interferenze dei governi. Proprio oggi, ironia della sorte, l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, ha magnificato le sorti della Rai della destra ‘mai stata così pluralista’. Appare evidente che il governo in carica non farà nulla per recepire le indicazioni comunitarie su conflitto di interessi, legge Rai, querele bavaglio, anzi.. La direzione di marcia é quella che porta  verso Ungheria e Polonia. Ci auguriamo solo che le opposizioni, almeno per una volta, decidano di presentare su questi temi una sola proposta e di trasformarla in lotta politica, dentro e fuori le aule parlamentari e magari, se e quando cadrà il governo Meloni, non rimettano in cantina tutti i buoni propositi di queste ore”.

”Cambierà qualcosa dopo l’ammonimento arrivato dall’Europa sulla legge Rai?
Non si tratta della prima volta, già nel passato da parlamento e commissione europea sono attivati inviti a varare una norma sul conflitto di interessi e a rivedere la legge sulle fonti  di nomina del servizio pubblico.
Del resto era stato il medesimo presidente Ciampi , durante la discussione sulla legge Gasparri, ad inviare i messaggio al Parlamento e a indicare i paletti dell’autonomia politica, editoriale e finanziaria.
Da allora nulla, anzi prima la legge Gasparri, e poi la legge Renzi, voluta dal centro sinistra hanno peggiorato la situazione, inasprendo le interferenze dei governi.
Proprio oggi, ironia della sorte, l’amministratore delegato della Rai,Roberto Sergio, ha magnificato le sorti della Rai della destra “mai stata così pluralista”
Appare evidente che il governo in carica non farà nulla per recepire le indicazioni comunitarie su conflitto di interessi, legge Rai, querele bavaglio, anzi..
La direzione di marcia é quella che porta  verso Ungheria e Polonia…
Ci auguriamo solo che le opposizioni,almeno per una volta, decidano di presentare su questi temi una solo proposta e di trasformarla in lotta politica, dentro e fuori le aule parlamentari e magari, se e quando cadrà il governo Meloni, non rimettano in cantina tutti i buoni propositi di queste ore..” ha dichiarato Beppe Giulietti, coordinatore nazionale dei circoli do Articolo 21.


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