E Caivano si ribella alla violenza. “Lo Stato siamo noi, ma ora più vigilanza”

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“Lo Stato siamo noi”, sembra dire questo, a dispetto di annunci di presidi militari permanenti e sentenze di “disfatta culturale”, il corteo capitanato dal prete anticamorra, Don Maurizio Patriciello e dal deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ieri pomeriggio ha attraversato le strade del famigerato Parco Verde, a Caivano, “in sostegno e solidarietà alle vittime dello stupro”. Circa duecento, tra associazioni, amministratori, comitati, insegnanti, società civile, (in prima linea anche Roberto Fico e Articolo21 Campania), in poco più di quaranta minuti di marcia, bagnati da un improvviso scroscio di pioggia catartica, hanno sfilato dalla chiesa  di San Paolo Apostolo, fino alle macerie dell’ex centro sportivo Delphinia. Un prevedibile scenario degli orrori. Oltre ad essersi consumato lo stupro delle due piccole cugine, negli anni quel luogo abbandonato è stato teatro di altri drammi, come la morte annunciata di troppi ragazzi in overdose. In un quartiere diventato una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa, balzato alle cronache nel 2021, quando fu uccisa la piccola Fortuna Loffredo, lanciata nel vuoto dopo aver subito terribili violenze sessuali. Quartiere dormitorio, con pochi servizi, nessun punto di aggregazione: Scampia docet. E a distanza di qualche anno la storia si ripete…. Tanto da spingere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad intervenire personalmente giovedì prossimo. Lo dice Don Patriciello, che sfida, in una chiesa gremita, “le solite cornacchie, gli uccelli di malaugurio, i pessimisti, che sono i peggiori nemici dell’umanità”. Coloro che dicono sempre ‘a che serve?’, quello che succederà non lo so, ma qualcosa accadrà. Le persone che hanno a cuore la legalità ci sono… Il problema non è il Parco Verde, il problema è il Sud Italia, che non si è mai allineato al Nord da 160 anni. Oggi Vittorio Feltri parlava di quando lui era bambino, ma i ragazzi di allora non sono quelli di oggi. Sono cambiate tante cose da allora. Bisogna motivare i genitori, gli assistenti sociali, la comunità”.  Dopo il corteo, in una sorta di omelia nella sua chiesa,  il prete sotto scorta si è rivolto anche al governatore Vincenzo De Luca: “Se lui, che è lo Stato, dice che qui lo Stato non c’è, allora dopo la sua diagnosi, dobbiamo mettere in atto una terapia. Dopo domani verrà la presidente del consiglio alla quale ho scritto semplicemente, chiamandola per nome. Sono sicuro che verrà con delle proposte concrete”.”.  Poi chiama un applauso solo dal pubblico femminile per una donna che rappresenta lo Stato, al di là delle appartenenze politiche, in un Paese dove dall’inizio dell’anno “sono stati perpetrati oltre 76 femminicidi”. Il parroco chiede, durante l’omelia, la presenza di più vigili urbani e telecamere di sorveglianza… “Ma lo Stato – aggiunge –  non è solo la divisa delle forze dell’ordine, lo Stato significa anche servizi sociali, trasporti, strutture”, rivendicando che proprio dalle sue lotte “è partita la battaglia contro i roghi tossici, che ha portato nel 2015 alla prima legge contro gli eco-reati”. Il prete, poi, a sorpresa in un luogo “sacro”, parlando della proposta della Ministra Eugenia Roccella di oscurare i siti porno per i minorenni, si è complimentato con il pornodivo Rocco Siffredi, che per aver dato forza all’iniziativa…. “Dobbiamo ringraziare Don Maurizio Patriciello – ha detto in conclusione Borrelli – che qui è l’unica certezza e tutti i comitati, i rappresentanti amministrativi, le associazioni e la società civile che hanno partecipato. Sono tante le cose da fare, ma simbolicamente bisognerebbe riqualificare al più presto il centro sportivo. Certo non è la soluzione di tutti i problemi, ma sarebbe importante perché vorrebbe dire restituire subito qualcosa al territorio”. “Non ho trovato onorevole – continua il deputato dei Verdi – anche se comprendo le motivazioni, che oggi non si potesse entrare, perché è stato impedito soltanto a noi. Allora si impedisse l’abominio ogni giorno: non dovrebbero entrare più spacciatori, drogati, prostitute, stupratori di bambine. Mi auguro che quel centro da luogo di morte e brutalità, possa diventare uno spazio fattivo dove i ragazzi, i bambini, possano tornare a fare sport”.

Tra i vari cartelli portati in corteo balza allo sguardo un messaggio semplice e complesso, portato da un’insegnante: “Le bambine vanno amate, non stuprate”. Un ragazzo chiede anche un’altra scritta: “Diamo lavoro ai giovani”. Tutto torna inesorabile, come in una tragedia greca. Anche l’enorme e profetico murales con due bimbe abbracciate, che dicono: “Nessuno resti solo”, realizzato dall’artista Igor Scalisi Palminteri solo a maggio scorso.


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