La coerenza di Lucia Annunziata

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Ci sono persone coerenti che confermano la loro coerenza con comportamenti e scelte personali anche difficili e sofferte. Ci sono molto spesso donne coerenti. Una di queste è Lucia Annunziata, che già da presidente della Rai ebbe il coraggio di dimettersi non condividendo niente delle scelte dell’allora direttore generale Flavio Cattaneo.

Anche oggi è così: Lucia era stata confermata con la sua trasmissione domenicale su Rai 3, ma è lei a dire di no e le sue parole sono poche, chiare ma decise, un atto di accusa verso un governo che – lo ripeteremo senza stancarci mai- non ha applicato la lottizzazione che tutti i governi, purtroppo, hanno praticato, ma ha occupato militarmente l’azienda di servizio pubblico per usarla come una clava contro la Costituzione repubblicana e fare propaganda e revisionismo storico.

Queste le sue parole. «Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale: giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni», scrive Lucia Annunziata nella lettera inviata ai vertici della Rai, in cui annuncia le «dimissioni irrevocabili». «Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi – aggiunge -. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestate a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque».

Per la prima volta dopo 30 anni si è avuta la sfacciataggine di non mettere nemmeno una donna a capo di una testata giornalistica e ora la Rai perde l’autorevolezza di una giornalista di fama internazionale. Lei e Fabio Fazio sono stati per anni gli unici che hanno intervistato capi di stato, politici, imprenditori di tutto il mondo. Per capire la politica internazionale bisognava guardare il programma dell’Annunziata. E neppure questo è casuale. Il governo di estrema destra attuale non vuole una visione ampia, plurale, aperta al mondo, vuole imporre il racconto provinciale di una italietta che nelle loro intenzioni deve tornare indietro di decine di anni e non basarsi più sul principio fondante della Repubblica: l’antifascismo. Troppi ancora fanno finta di non vedere e altri, come accaduto in Rai, si vendono per occupare strapuntini.

Le dimissioni di Lucia sono la plateale conferma che abbiamo ragione noi che ci opponiamo a questo soffocamento delle voci libere, a questo attacco permanente alla libertà di espressione e che in tutti i modi democraticamente possibili alziamo e alzeremo la voce.


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