Giornalismo sotto attacco in Italia

“Processo a Francesco” di Enzo Fortunato. La prefazione del Cardinale Zuppi

0 0

Il messaggio del Santo nella rivoluzione di papa Bergoglio

Dello stesso autore in edizione Mondadori

Vado da Francesco Francesco il ribelle La tunica e la tonaca

Buongiorno brava gente

 

Per le citazioni di papa Benedetto XVI e papa Francesco: © Libreria Editrice Vaticana.

 

Processo a Francesco

di Enzo Fortunato

ISBN 978-88-04-76319-2

© 2023 Mondadori Libri S.p.A., Milano I edizione febbraio 2023

Indice

 

VII   Prefazione

del cardinale Matteo Maria Zuppi

3   Introduzione
5 I Il processo del padre
    La città, immagine terrena del Paradiso, 5 – Francesco di Bernardone, 8 – Francesco d’Assisi, 12 – Il distacco, 16 – Il processo, 21 – Dal processo della patria alla rivoluzione nella Chiesa, 23
29  

II

Il processo del papa
    L’intuizione di una «forma di vita», 29 – Verso Roma, 32 – La lunga strada per l’approvazione, 35 – «Dubia», il processo dei cardinali, 42
47  

III

Il processo dell’Ordine
    Il sogno della gallina nera, 47 – Le dimissioni, 52 – L’approvazione della regola, 54 – Misericordia, 55 – Un processo senza fine? Rimozione e ritorno di Francesco, 58
65  

IV

Dal processo medievale al processo mediatico
    Le caratteristiche del processo, 68 – I processi dell’Inquisizione, 69 – Il processo a Francesco, 70 – Il processo mediatico e l’etica della comunicazione, 74
79   Conclusione

81       Antologia

La misericordia nell’esempio, 83 – La misericordia nella relazione con gli altri, 85 – La misericordia come salvezza dal peccato, 88 – La misericordia come possibilità di un nuovo inizio, 96

 

101         Cronologia

109         Note

119        Bibliografia

 

Prefazione

del cardinale Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana

San Francesco è innamorato di Gesù. «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!» Un amore forte, reale, appassionato. Un amore non può essere altri- menti. È un vero cavaliere, che non ha bisogno di fare il male e di nascondersi dentro un’armatura. Vive un amore appas- sionante, poetico, pieno, senza limiti. Pronuncia e assapora il nome di Gesù come fosse miele sulle labbra. Porta le stim- mate anzitutto nel cuore, vivendo i sentimenti sine glossa, e come Gesù ama l’altro «quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui».1 Come il suo Gesù, san Francesco – in un mondo che era e che è segnato da lupi e cittadini vio- lenti o paurosi, da torri e spade, da cavalieri e briganti, da guerre e inimicizia, inquinato da troppo odio tanto da ren- dere impossibile parlare di pace – progetta e inizia a vivere un mondo fraterno, disarmato, dove c’è spazio per ognu- no, a cominciare dai più poveri e fragili. Pace e bene. Fran- cesco ha una visione luminosa e radicale e, a partire da essa, edifica la sua esistenza. Ma questa lo espone fin da subito all’incomprensione di familiari e concittadini.

Il libro di padre Enzo Fortunato prende le mosse dallo scandalo rappresentato da Francesco e ne ripercorre tre tap- pe fondamentali. Sono di fatto processi. Il primo è costitui- to dallo scontro con il padre, Pietro di Bernardone, che è a tal punto indignato da denunciarlo e condurlo a giudizio.

VIII            Processo a Francesco

Il secondo ha come protagonista papa Innocenzo III, che stenta a prenderlo sul serio e, prima di riceverlo, lo caccia via. Il terzo coinvolge gli stessi frati dell’Ordine, che non di rado restano sbalorditi dalle sue prese di posizione. Il pa- radosso è che Francesco, come Gesù, non giudica mai l’al- tro, ma è continuamente sotto giudizio. In una generazione come la nostra, che giudica e non vuole essere giudicata ma elemosina interpretazioni (le glosse) che diventano verità, con relazioni sempre a distanza per paura di legami troppo personali e allo stesso tempo segnata da tante dipendenze terribili, padre Fortunato ci aiuta a ripercorrere così la sto- ria dei «processi» al Poverello.

Ma non si tratta soltanto di un’affascinante ricostru- zione storica. Il testo prova a raccontare gli effetti del ri- torno dello spirito francescano attraverso alcuni «proces- si» e accuse mossi al nostro papa. Il nome di Francesco ha scosso dal profondo l’idea di una Chiesa arroccata e auto- referenziale, che rischiava di perdere il messaggio più au- tentico del Vangelo: l’amore verso gli ultimi. Non fu que- sta la più grande delle rivoluzioni di Gesù? Guai, come per san Francesco, isolare un amore dall’altro: il crocifis- so di San Damiano e il lebbroso, costruire la casa e condi- videre tutto con i minimi.

La vicenda di san Francesco illumina la rivoluzione del papa che ha preso il suo nome e questa, a sua volta, per- mette di far luce su alcuni aspetti della vita del Santo. Una delle chiavi di lettura offerta da padre Enzo sta nel modo in cui entrambi – il Santo e il papa – rispondono ai loro ac- cusatori. O, come sarebbe meglio dire, il modo in cui non rispondono. Non si tratta di eludere il confronto, di guar- dare da un’altra parte, ma di ribaltare il piano e la logi- ca dell’accusa. Questa, infatti, alimenterebbe soltanto l’o- dio e il rancore. La logica del cuore apre invece lo spazio a un altro modo di intendere la relazione umana. Come in una bella poesia di David Maria Turoldo: «Ama / saluta la gente / dona / perdona /ama ancora e saluta. / Dai la

Prefazione            IX

mano / aiuta / comprendi / dimentica / e ricorda solo il bene».2 Padre Enzo ricorda l’importanza dei silenzi di papa Francesco e ne cita queste parole: «Un cristiano non usa la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma la misericordia di chi accoglie condi- videndo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividen- do. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassio- ne, aiutiamoci a vicenda».3

Condividere, non distruggere. E la Chiesa deve assu- mersi il compito di aprirsi sempre più per sostenere, por- tare aiuto e speranza. La Chiesa deve essere come un fiume che irriga generosamente anche terre che non sa di irriga- re. Questa è la larghezza della misericordia, che non cal- cola, non misura, non cerca reciprocità. Questo deve esse- re l’atteggiamento della Chiesa. Quella Chiesa che oggi si oppone con una forza mai udita prima al sistema del capi- talismo avanzato, caratterizzato da un’economia che «di- vide e uccide». In alcune pagine molto significative padre Enzo vede nel conflitto tra Francesco e il padre non solo una lotta psicologica, ma la metafora del contrasto tra una borghesia calcolante e uno spirito che ama e si spoglia di ogni ricchezza. Questo conflitto viene poi analizzato nella società contemporanea, attraverso le iniziative e le propo- ste del papa per pensare una nuova economia sostenibile con le nuove generazioni.

Così la figura di san Francesco guida le proposte di cam- biamento della Chiesa contemporanea. Un’istituzione che non può limitarsi alla contemplazione e al dibattito teologi- co, ma che deve essere attiva nel mondo, soprattutto dove il mondo reclama il suo aiuto. E deve farlo con la sempli- cità, che è tutt’altro che superficialità. Una Chiesa che por- ti la letizia e il sorriso amabile e luminoso che caratterizza- va san Francesco. Un sorriso di pace, ma che si misura con

X                Processo a Francesco

la concretezza dell’azione. Sempre con la gioia di un lega- me appassionato, più forte delle nostre miserie e del no- stro peccato. Cantava Madaleine Delbrêl, rivolta al Signore:

«Perché io penso che tu forse ne abbia abbastanza / della gente che, sempre, parla di servirti con piglio da condottie- ro, / di conoscerti con aria da professore, / di raggiunger- ti con regole sportive, / di amarti come si ama in un matri- monio invecchiato. / Un giorno in cui avevi un po’ voglia d’altro / hai inventato san Francesco / e ne hai fatto il tuo giullare. / Lascia che noi inventiamo qualcosa / per essere gente allegra che danza la propria vita con te».4

Nietzsche aveva ragione quando criticava le facce tristi dei cristiani. Come direbbe papa Francesco, certe facce da funerale o da mummia allontanano dal Vangelo. Non si trat- ta semplicemente di una questione esteriore, ma di una vita umanamente piena. Solo così, d’altra parte, è possibile una reale comunicazione con agli altri. E questo libro, ne sia- mo convinti, alimenterà autentici e appassionati dialoghi.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.