Liberati in Mali un giornalista e un operatore umanitario, famiglia di italiani ancora nelle mani dei rapitori

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Dopo sette anni di  prigionia Jeffery Woodke, operatore umanitario americano, rapito in Mali nel 2016, e il giornalista francese Olivier Dubois, nelle mani dei  sequestratoridal 2021, sono tornati liberi.

Entrambi sono apparsi in buona salute ieri in conferenza stampa con il ministro degli Interni del Niger Hamadou Adamou Souley, dopo essere stati rilasciati a Niamey  capitale nigerina.

Affiancato dai due uomini, il ministro Souley ha detto ai giornalisti che il rilascio della coppia è arrivato “dopo diversi mesi di sforzi” da parte delle autorità nigerinw per ottenerne la liberazione” dalle mani del gruppo JNIM, affiliato di al-Qaeda in Africa occidentale.
Dubois, reporter per Libération e Le Point, e Woodke, un cooperante cristiano torneranno  oggi nei rispettivi paesi.

“È finito un incubo, per me è grandioso essere qui oggi”, ha esordito Dubois, sorridendo mentre rispondeva alle domande dei colleghi che lo hanno accolto con entusiasmo.

“Non ci speravo più. Sono stanco ma sto bene”, ha sottolineato in conferenza stampa.

Dubois era stato rapito in Mali nel 2021, mentre Woodke in Niger nel 2016.
Durante il briefing a Niamey, Woodke ha ringraziato Dio e le autorità nigerine e statunitensi per aver ottenuto il suo rilascio, arrivato pochi giorni dopo che il principale diplomatico degli Stati Uniti, il segretario di Stato Antony Blinken, era stato ospite del Niger con il quale gli USA intendono rafforzare i legami, considerando il paese una nazione strategica nel cuore dell’Africa occidentale, partner chiave nella lotta contro i gruppi armati nel Sahel.

È stata la prima visita in Niger da parte di un segretario di stato nella storia degli Stati Uniti.

“Sono molto contento che abbiamo visto  giungere a compimento gli sforzi di questi anni”, ha detto Blinken “Non ci riposeremo finché non saranno tutti a casa e come Jeffery riuniti alle loro famiglie”.
Anche 
il presidente francese Emmanuel Macron ha ringraziato il Niger per il suo aiuto nel garantire il rilascio di Dubois, che fa tirare “ un sospiro di sollievo ai cari del giornalista, così come all’intero paese.
Resta invece nelle mani dei rapitori la famiglia italiana scomparsa lo scorso maggio nell’est del Mali, Giovanni e 
Rocco Langone e la moglie di quest’ultimo Donatella di Potenza, che avevano raggiunto da poche settimane il figlio testimone di Geova nel paese africano.
Sul caso è calato il silenzio – chiesto dalla Farnesina –  per permettere a chi sta operando sul posto di proseguire le trattative per ottenere il loro rilascio, che viste le novità di queste ore potrebbe essere più vicino.


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