La notte dimenticata dagli angeli, di Natsuo Kirino

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Un romanzo hardcore della regina del noir giapponese che racconta storie di sesso estremo e di omicidi, sullo sfondo di una città buia e angosciante: Tokyo!

Da qualche mese nelle librerie un graditissimo ritorno. Quello della detective privata Miro Murano – un personaggio creato dalla scrittrice Natsuo Kirino – questa volta alle prese con l’improvvisa scomparsa di una giovane porno attrice che si pensa sia stata oggetto di uno stupro di gruppo nel corso delle riprese di un hard-movie.

La notte dimenticata dagli angeli” è il secondo romanzo della quadrilogia che Natsuo Kirino, pseudonimo di Mariko Hashioka (classe 1951), dedica alle indagini di Miro Murano, una giovane detective dagli atteggiamenti quasi impacciati, ingenui, vittima ed eroina insieme, lontana dagli stereotipi del genere. Miro non ha un ufficio e sembra che il suo lavoro venga portato avanti quasi per caso, più per dovere che per convinzione; una professione, quella dell’investigatrice, che era già del padre, ora in pensione. Peraltro, Miro ha un carattere tutt’altro che empatico e nel suo lavoro sembra essere guidata più dall’istinto che dalla logica.

Natsuo Kirino, pseudonimo di Mariko Hashioka, è una scrittrice di gialli giapponese, assurta alla notorietà internazionale con il suo romanzo “Le quattro casalinghe di Tokyo”, pubblicato nel 1997: un ritratto surreale e crudo delle protagoniste, semplici operaie che, per una serie di circostanze, si macchiano di crimini efferati.

La Kirino è una scrittrice che non ama i falsi stereotipi, dallo stile asciutto, mai ridondante, con una attenzione spasmodica verso i momenti introspettivi che mettono a nudo i suoi personaggi, attratta com’è dalla controversa natura umana: vittima e carnefice. La stessa Kirino ha dichiarato di essere affascinata da ciò che spinge le persone ad abbandonare la “retta via” a favore di quella criminale. Molti dei suoi lavori affrontano temi legati alla perdita dell’identità, la solitudine, gli aspetti più ruvidi della vita come il crimine e la prostituzione sino a toccare momenti di puro horror, come, ad esempio, gli smembramenti presenti nel suo, sopracitato, romanzo più conosciuto .

Ma Kirino non fa sconti neppure alle immagini stereotipate del suo Giappone, con quella sua ricchezza culturale che è ben sedimentata nell’immaginario collettivo. I suoi romanzi rappresentano, al contrario, uno spaccato del Giappone contemporaneo, lontano ed antitetico da quella immagine di “giardino dei ciliegi” rappresentata da altri romanzieri che guardano ad un pubblico internazionale.

Ma veniamo alla trama del romanzo “La notte dimenticata dagli angeli”, edito da Neri Pozza  (448 pp., 18 €).

Il racconto inizia con una telefonata con la quale la giovane investigatrice privata Miro Murano viene convocata negli uffici di Watanabe Fusae – proprietaria di una piccola casa editrice nonché a capo di un’Associazione di stampo femminista che lotta per la difesa delle donne sfruttate, in particolare di quelle oggetto di violenza sessuale – per discutere circa l’affidamento di un incarico a seguito della scomparsa di una giovane donna.

E’ così che negli uffici di Watanabe iniziano a scorrere su di un video i frammenti di alcune scene di un film hardcore di grande successo tra gli appassionati del genere: “Ultraviolence”, la cui protagonista, Isshiki Rina, sembra essere sottoposta, suo malgrado, ad un vero stupro di gruppo. Tra l’altro, di Rina non si hanno più notizie, sembra scomparsa nel nulla e si teme per la sua vita. Miro Murano viene così incaricata da Watanabe di rintracciare Rina per poterla mettere sotto la protezione dell’Associazione con la finalità di farne un caso da cavalcare a livello nazionale per combattere la violenza presente nel mondo della prostituzione. Un incarico che la giovane detective accetta malvolentieri per i rischi ivi connessi, ma ha bisogno di soldi per pagare l’affitto di casa… e non può rifiutare.

Ad affiancare Miro nelle indagini sarà il suo compagno di pianerottolo, Akihito Tomobe, dai modi fini e garbati, proprietario di un gay bar, che si offre di accompagnarla nei quartieri a luci rosse della capitale.

Ma le ricerche evidenziano da subito le difficoltà e i pericoli nell’ addentrarsi in un mondo all’apparenza impenetrabile, quello del porno e della prostituzione. E’ la stessa Miro, infatti, a rischiare di replicare l’esperienza fatta dalla giovane donna scomparsa, allorquando si reca nei locali della Create Pictures, la casa di produzione di “Ultraviolence”.

Ma le indagini condotte dalla giovane detective, affiancata da Tomobe, sono diventate  sempre più pregnanti e per questo sempre più pericolose per gli esponenti di quel mondo, i quali non esiteranno a ricorrere ad ogni mezzo pur di non rischiare che ne venga disvelata la realtà fino a quel momento impenetrabile, un mondo fatto di violenza e in cui tanta gente prospera. Sarà la stessa vita di Miro, dunque, ad essere messa in pericolo. Ma il tempo stringe e le indagini devono essere portate alle estreme conseguenze se si vuole salvare una vita: è iniziato a circolare, infatti, un nuovo video in cui la giovane Rina tenta il suicidio tagliandosi le vene e la realtà sembra sovrapporsi e sostituire la finzione, come nelle scene di “Ultraviolence”.

Un romanzo d aleggere tutto d’un fiato, che racconta storie di sesso estremo e omicidi, sullo sfondo di Tokyo, tratteggiata come una città buia e angosciante. Intrigante.


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