Torino. Arriva il Black History Month 

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Venti appuntamenti scandiranno tutto il mese di febbraio con incontri online e dal vivo, sfilate, spettacoli per celebrare l’afro-discendenza

Il mese della storia dei neri (Black history month o Afro-american history month) è una ricorrenza che da tempo è osservata nel mese di febbraio negli Stati Uniti e in Canada e ad ottobre nel Regno Unito, un mese per celebrare l’importanza della diaspora africana.

«Febbraio è il mese dedicato alla storia delle persone di origine africana che si tiene in sempre più paesi del mondo – si legge sul sito del Ministero dei beni culturali –. Istituita nel 1976 negli Stati Uniti, dove prende anche il nome di African American History Month, questa consuetudine cade ogni febbraio, nel mese di nascita dell’abolizionista Frederick Douglass e del presidente Abraham Lincoln, firmatario nel 1863 della Proclamazione d’Emancipazione dalla schiavitù negli Stati Uniti d’America». Il ministero ricorda una mostra visionabile sino a fine febbraio presso il Museo delle Civiltà di Roma: Middle Passage. Il commercio transatlantico di esseri umani a cura di Gaia Delpino e Donatella Saviola.

Giunto recentemente anche in Italia (dopo le edizioni di Firenze e Bologna) il Black History Month approda anche a Torino.

A «portarlo “sotto” la Mole Antonelliana» e con il motto Necessary roads, le attiviste dell’Associazione donne Africa Subsahariana e II Generazione, che sin dal 2017 promuovono occasioni di partecipazione attiva nella società che abitano e una narrazione diversa dell’immigrazione femminile. Riforma – Eco delle valli valdesi ha promosso insieme all’associazione (e al Circolo Articolo 21 Piemonte) diverse attività, tra le quali alcuni incontri dedicati al tema della cittadinanza e ha sostenuto l’associazione anche in quest’occasione.

Tra loro c’è Suad Omar, membro della direzione creativa del progetto e che insieme a tante colleghe lavora in città per trasformare l’idea in realtà. Intervistata da Futura News (la testata del Master in Giornalismo «Giorgio Bocca» di Torino),

ha rilevato: «A giugno dell’anno scorso abbiamo incontrato i ragazzi del Black History Month di Firenze, che per primi hanno portato la celebrazione della ricorrenza in Italia. Come associazione abbiamo fatto di tutto per averla anche a Torino, impostando il progetto sul nostro punto di vista femminile e afrodiscendente. Ed è da giugno che ci lavoriamo ininterrottamente».

Venti appuntamenti in quattro tappe, «ciascuna lunga una settimana, scandiranno il mese di febbraio tra incontri online e dal vivo, sfilate, spettacoli. Ognuna darà voce a un tema, dalla riscoperta del passato colonialista, all’analisi del corpo come atto politico e delle ripercussioni mentali della discriminazione, fino alla costruzione di possibili scenari futuri di condivisione sociale» è stato detto in conferenza stampa la scorsa settimana per presentare l’evento torinese.

Il progetto persegue due direzioni: la costruzione di un dialogo e un confronto con la cittadinanza, ma soprattutto l’occasione di dare rappresentanza ai ragazzi italiani afro-discendenti, si legge ancora.

«Il nostro compito come immigrate – prosegue Omar, incalzata da Futura –, che non hanno avuto nessuna facilitazione una volta arrivate in Italia è aiutare le donne straniere nell’integrazione e spianare la strada alle nuove generazioni. L’errore è quello di collegare l’identità di ciascun ragazzo di prima o seconda generazione al paese di origine dei genitori o a quello di nascita, anche se loro sono e si sentono italiani. Io dico sempre che mia figlia non può essere come me solo perché ha la pelle nera. La sua identità è diversa, lei non si sente somala, è italiana. Dobbiamo aiutare i ragazzi a crearsi un loro spazio, molti di loro si sentono invisibili».

Partendo dal passato «vogliamo scoprire e ripassare i passaggi storici fondamentali per capire alcuni tratti sociali e culturali della contemporaneità. Ascoltere ed essere ascoltati come primo passo verso nuovi dialoghi con il territorio. Immaginare insieme un futuro più attento e aperto alle diversità», si legge sul sito ufficiale dell’evento che oltre a riportare il programma completo ricorda anche il primo appuntamento (tenutosi lo scorso il 5 febbraio) per inaugurare il primo Black History Month di Torino 2022 con l’incontro online per dialogare con le realtà di Black History Month Firenze e Black History Month Bologna: un confronto aperto che ha fornito molte anticipazioni sulle prossime quattro settimane che vedranno la città di Torino protagonista di un nuovo sguardo inclusivo e contemporaneo. Sono intervenute Justin Randolph Thompson (artista, educatore e direttore Black History Month Firenze), Espérance Hakuzwimana Ripanti (scrittrice e attivista culturale, referente Black History Month Torino), Patrick Joel Tatchede Yonkeu (artista e referente Black History Month Bologna), moderate e introdotte da Mehret Tewolde (Ceo Italia Africa Business Week).

Fonte: Riforma.it 


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