Il Papa e la denuncia dell’indifferenza. In tv

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Francesco in tv rompere un altro diaframma che lo separa dalla gente. L’intervista tocca punti scottanti della religione e della Chiesa. Come la domanda che in molti ci siamo fatti: dov’è dio nella sofferenza più scandalosa: quella dei bambini. Alla quale il papa confessa di non avere una risposta. Mentre non ha dubbi nella denuncia dell’indifferenza. Che si vince con la vicinanza, fino al contatto fisico con il povero, ”a cui dobbiamo toccare la mano, quando facciamo l’elemosina”. Ma il messaggio più forte è la condanna del clericalismo come ”perversione della Chiesa”. Francesco lo collega alla rigidità dei sacerdoti verso i vari aspetti della condizione umana, e lo tratta come una variante dell’indifferenza. Un riferimento neanche troppo velato alla corrente intransigente del tradizionalismo cattolico, che da sempre è critico verso Francesco, ritenendolo poco attento a curare il potere del Vaticano e troppo sbilanciato verso i poveri.

Anche questa ”confidenza televisiva” scandalizzerà gli ortodossi, ma il papa sembra – fortunatamente – non curarsi delle continue critiche che gli vengono rivolte per gli strappi innovativi alle regole. Certo, l’intervistatore evita i temi più scottanti, come  eutanasia, sacerdozio femminile e abolizione del celibato per i preti, che ancora tengono il papa impigliato al tradizionalismo più indisponibile. Ma occorre dare atto a Francesco di avere scoperchiato la pedofilia, scardinando la fraterna omertà di cui godeva. Possiamo dire allora che con Francesco la Chiesa è cambiata? No, occorrerà aspettare il prossimo papa, per capire se i padri chiuderanno la parentesi ”indisciplinata” di Francesco o se continueranno nella sua apertura.

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