Colpi di scena 30 settembre – 2 ottobre 2021 Forlì – Bagnacavallo – Piangipane

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Prima parte

Sguardo nel contemporaneo – è il fortunato titolo di questa edizione zero della vetrina Colpi di scena che, tradizionalmente consacrata al teatro per le nuove generazioni, apre per la prima volta al teatro di ricerca e di sperimentazione. Meglio sarebbe parlare di “sguardi”, al plurale, poiché la kermesse ha restituito una ricchissima varietà di approcci alla scena, di linguaggi e di immaginari. Il merito di aver reso possibile questo evento, che è una rarità nel sistema dello spettacolo italiano, va ai due infaticabili direttori artistici di Accademia Perduta/Romagna Teatri: Claudio Casadio e Ruggero Sintoni. A loro si è unito anche Roberto De Lellis, direttore di ATER Fondazione – partner che ha condiviso questo nuovo progetto incentrato sulla drammaturgia contemporanea.

Sui palchi dei cinque teatri di Forlì (Diego Fabbri, Il Piccolo, Testori, San Luigi, EXATR), del Goldoni a Bagnacavallo e del Socjale a Piangipane, abbiamo visto tredici produzioni, di cui sette in anteprima o prima nazionale, mentre l’accogliente foyer del Diego Fabbri è stata la cornice perfetta per i preziosi momenti di riflessione condivisi dalla comunità di artisti e operatori e per scoprire anche un vivace ed entusiasta settore editoriale come quello, benché di nicchia, dedicato al testo teatrale.
Pur contraddistinto dagli inevitabili protocolli pandemici, che la pregevole organizzazione di Accademia Perduta ha gestito con grande garbo e con la consueta professionalità, l’evento ha saputo dimostrare la grande voglia di ripartenza del teatro italiano e la necessità, ora più che mai, di un nuovo fare e dire teatro che sappia porre al suo centro l’essere umano, con tutte le sue fragilità e contraddizioni, ma anche con tutta la sua incommensurabile poesia.

Emanuele Aldrovandi

Ha aperto le danze Emanuele Aldrovandi, con il reading del suo ultimo lavoro, “L’estinzione della razza umana” – un’anteprima dunque dello spettacolo vero e proprio che debutterà a maggio a Torino. I dialoghi sono incalzanti, arguti, irriverenti e gli attori davvero bravissimi. Prendendo spunto dalla recente catastrofe pandemica (anche se qui si parla di “tacchinite” perché il virus trasforma gli esseri umani in tacchini, ma i sintomi, i protocolli sanitari, le interdizioni e le paranoie che tutti conosciamo rimangono invariati), il giovane drammaturgo costruisce un serrato confronto tra quattro personaggi (due coppie di vicini nell’androne del loro condominio) alle prese con i propri mondi interiori, i propri meccanismi di difesa e di relazionamento con l’altro in un momento di estremo pericolo (reale o immaginario) che mette in crisi le false certezze e anche le ipocrisie sulle quali è tipicamente costruito il quotidiano in tempi cosiddetti “normali”. L’intento dell’autore non è certamente quello di offrire risposte o peggio ancora, di suggerire da che parte stare in ciò che, a nostro avviso, da parecchio tempo ormai si sta configurando come puro scivolamento nell’ideologia e nell’irrazionale attorno alla pandemia (chiamiamola “tacchinite”). Lo spettatore è lasciato libero di indagare dove collocarsi rispetto alle varie prese di posizione dei personaggi, e nel fare ciò s’indignerà, riderà o semplicemente potrà anche rinunciare ad avere un’opinione, cullandosi nel confortante cinismo di chi vuole solo farsi i fatti propri forse perché si è ancora troppo immersi in questa infinita ed estenuante “tacchinite” e forse, diciamolo senza timore, si vorrebbe anche parlare d’altro.

Reading
testo e regia
Emanuele Aldrovandi
con Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli,
Petra Valentini, Silvia Valsesia, Riccardo Vicardi
assistente alla regia
Giorgio Franchi
produzione Associazione Teatrale Autori Vivi
e Teatro Stabile di Torino
in collaborazione con La Corte Ospitale – Centro di Residenza Emilia-Romagna

Lockdown Memory

E invece continuiamo a interrogarci su lockdown, pandemie, restrizioni, incontri su Zoom con gli Instabili Vaganti e il loro “Lockdown Memory”, una intensa testimonianza a metà strada tra conferenza e teatro, un diario di bordo del duo artistico costituito da Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, che ci restituiscono la loro convivenza forzata con la clausura decretata dall’alto, l’inaccessibilità dei teatri e l’improvviso arresto di tutti i progetti artistici e della vita, in generale. Avvalendosi di strumenti scenici a loro consoni come le proiezioni video e la performance, i due attori portano in scena una sorta di reportage che racconta da un lato la loro collaborazione con gli artisti di mezzo mondo (Il Cile, l’India, l’Iran) e dall’altro, opera una ricostruzione dei disordini e delle sopraffazioni che, a causa della pandemia, hanno subìto una recrudescenza, soffocando per esempio la contestazione della società civile (è il caso del Cile) o spingendo folle bibliche di indiani a mettersi in cammino dalle città sigillate dalle autorità (solo con qualche ora di preavviso) verso i propri villaggi. La collaborazione con gli artisti internazionali fa parte del progetto “Beyond Borders” voluto dalla compagnia anche per offrire un sostegno concreto a chi rischiava di perdere (o era costretto a rinunciare alla) sua identità artistica, soprattutto in quei contesti più fragili dove il lavoro di questi professionisti non avrebbe più potuto trovare un riconoscimento. Beyond Borders è un «progetto di condivisione artistica che prevede momenti di creazione a distanza, pensati per mantenere attivo il dialogo interculturale tra artisti internazionali grazie all’utilizzo dei media digitali e delle piattaforme online, e momenti di residenza, scambio di pratiche e formazione in diversi paesi del mondo, al fine di intraprendere percorsi di creazione condivisa e co-produzioni».

PRIMA NAZIONALE
regia e drammaturgia Anna Dora Dorno
testo Nicola Pianzola
performer in scena Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola
performer in video Sun Young Park – COREA DEL SUD, Juliana Spinola – BRASILE,
Anuradha Venkataraman – INDIA, Cecilia Seaward – USA | SWEDEN,
Jesus Quintero – USA | COLOMBIA, Ana Gabriela Pulido – MESSICO, Maham Suahil – PAKISTAN,
Jialan Cai e Yuwei Jiang – CINA, Danial Kheyrikhah – IRAN
musiche originali Riccardo Nanni – 7 Floor
drammaturgia video Anna Dora Dorno, Nicola Pianzola
residenze Artistiche: La Città del Teatro – Fondazione Sipario Toscana Onlus |
Teatro Masini Faenza – Accademia Perduta / Romagna Teatri |
Teatro Studio Mila Pieralli Scandicci – RAT Residenze Artistiche Toscane
con il sostegno di: Accademia Perduta / Romagna Teatri | Teatro delle Donne

L’ombra lunga del nano ph. Francesco Bondi

Les Moustaches, compagnia bergamasca che abbiamo avuto modo di apprezzare nella precedente edizione di “Colpi di scena” (https://www.scriptandbooks.it/2020/11/20/fiabe-miti-mondi-arcaici-colpi-di-scena-2020-il-festival-del-teatro-ragazzi-di-accademia perduta-seconda-parte/) è presente con una nuova co-produzione Società per Attori e Accademia Perduta/Romagna Teatri in prima nazionale: “L’ombra lunga del nano”. Trattasi di una rivisitazione della fiaba di Biancaneve in chiave tragicomica che vede in scena una coppia sull’orlo del disfacimento, alle prese con frustrazioni, meschinità, fallimenti e insoddisfazioni incancrenite. Neve è convolata a nozze con Olo, ma tra i due la scintilla si è tramutata in fumo, anzi in ombra, quella che lo sposo nano si trova a proiettare sul muro (di ottusità, ci verrebbe da dire) della bulimica consorte. Intenta a divorare una mela dopo l’altra, Neve adora scagliarsi contro il nano rozzo e burbero con il quale è costretta a consumare le sue grigie giornate invece di fare l’attrice o la show-girl alla televisione. Dal canto suo, Olo riesce a malapena a dominare la propria insicurezza, mascherandola dietro una facciata di ruvidezze, dispetti e scenate di gelosia. L’elemento onirico dell’ombra che porta scompiglio nella relazione è il perno attorno al quale ruota questo lavoro di ricerca sulla reinterpretazione della fiaba, restituendo un affresco originale e surreale delle dinamiche di coppia.

PRIMA NAZIONALE
di Alberto Fumagalli
con la voce di Maria Paiato
con Ludovica D’Auria e Claudio Gaetani
costumi Giulio Morini
light design Eleonora Rodigari
aiuto regia Tommaso Ferrero
regia Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli
co-produzione Società per Attori
e Accademia Perduta/Romagna Teatri

Il Nero

La prima giornata si conclude con un “colpo di scena” davvero notevole: Il Nero” è il terzo lavoro che la compagnia perugina Occhisulmondo dedica alla ricerca attorno al teatro di William Shakespeare. Lo spettacolo è tratto dall’Otello, in una nuova traduzione, resasi necessaria per esprimere lo scavo che è stato fatto su un grande classico e per poterlo ancorare a riferimenti ultracontemporanei come gli attentati parigini al Bataclan. La restituzione di questa profonda indagine è un prodotto teatrale tra i più eleganti che si possano vedere su un palcoscenico. Ogni piccolo dettaglio è curato con maestria artigianale e con raffinata sensibilità, facendo intuire non solo l’abissale passione che sta necessariamente alla base di una tale operazione, ma anche il lavoro intenso e le sinergie che l’hanno sostenuta per raggiungere un livello estetico di altissima qualità. Dalle luci cinematografiche all’incredibile indagine sul linguaggio del corpo, alle scene di slow-motion, alle maschere, alla musica spaesante e ai tempi dilatati: tutto è in perfetta armonia e fa piacere vedere finalmente uno spazio pieno di attori (ben sei!) che si muovono liberamente con le loro diverse fisicità nella luce accecante o come ombre perturbanti nel chiaroscuro. La sperimentazione di Occhisulmondo fa sperare in futuri lavori all’insegna della raffinatezza e della poesia.

PRIMA NAZIONALE
da Otello di William Shakespeare
traduzione e adattamento drammaturgico
Massimiliano Burini e Giuseppe Albert Montalto
dramaturg Giusy De Santis
e Matteo Fiorucci
con Daniele Aureli, Amedeo Carlo Capitanelli,
Chiara Mancini, Raffaele Ottolenghi,
Matteo Svolacchia, Giulia Zeetti
maschere Mariella Carbone
scena e costumi Francesco Skizzo Marchetti
disegno luci Gianni Staropoli
sartoria Daniela Temperini
producer Elena Marinelli
regia Massimiliano Burini
co-produzione Occhisulmondo – Caracò – Fontemaggiore Centro di Produzione
con il sostegno di Istituto Italiano di Cultura di Parigi,
Theatre de la Ville Parigi Festival Chantier d’Europe, La Corte Ospitale Rubiera,
Teatro delle Briciole Parma, C.U.R.A. Centro di Residenza Artistica Umbra,
Trebisonda, Centrodanza, Corsia Of, The Foundation of the Positive Changes (Polonia)
e del programma europeo Erasmus+

Colpi di scena 30 settembre – 2 ottobre 2021 Forlì – Bagnacavallo – Piangipane


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