“C’è un cadavere al Bioparco”, la nuova indagine del Commissario caro a Veltroni 

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In libreria dallo scorso 7 ottobre con Marsilio la terza indagine del Commissario Buonvino, stavolta alle prese con un orribile delitto consumatosi nel rettilario del Bioparco di Villa Borghese. 

Dopo “Assassinio a Villa Borghese” e “Buonvino e il caso del bambino scomparso”, a meno di un anno di distanza da quest’ultimo, è arrivato in libreria, lo scorso 7 ottobre, con Marsilio Editori, nella collana Lucciole (224 pp, 14 Euro), il terzo episodio della saga giallistica di Walter Veltroni che ruota intorno alla figura del Commissario Buonvino e del Commissariato di Villa Borghese dal titolo: “C’è un cadavere al Bioparco”.

Dopo la felice soluzione del caso del bambino scomparso, il commissario Buonvino si gode la quiete ritrovata del parco di Villa Borghese e le gioie dell’amore con la collega Veronica Viganò, con la quale ha ormai avviato una felice convivenza. Sarà tuttavia una tregua di breve durata! Una mattina di fine giugno, il Commissario viene chiamato al Bioparco dove ad attenderlo c’è un delitto tanto efferato quanto disgustoso: nella teca dell’anaconda si troverà davanti un cadavere nudo e decapitato. L’anaconda ha inghiottito la sua preda per rivomitarla poco dopo.

Una scena tanto più difficile da fronteggiare per il protagonista, erpetofobico dai tempi della scuola.

Facendosi coraggio, tuttavia, il Commissario, a solo un mese dalle nozze con la sua Veronica,  stabilite per il 26 luglio, dovrà individuare l’identità del cadavere, comprendere il movente dell’efferato gesto e arrestare il colpevole… Un assassino abile, che non ha lasciato tracce, destreggiandosi tra le telecamere di sicurezza senza lasciare tracce di effrazione tra le porte del rettilario. Un insieme di elementi, questi, che fanno subito comprendere a Buonvino che si tratta di una partita tutta interna al Bioparco. L’identità del cadavere, Andrea Rolfo, meglio noto come Gino Maggioni, non sembra avere alcun legame con le figure che lavorano in quello che era stato lo zoo di Roma: non con la responsabile della comunicazione, affranta non tanto dall’omicidio quanto dal danno d’immagine arrecato alla struttura che non verrà più percepita come un luogo di svago per famiglie; non con la direttrice delle risorse umane, piacente donna in carriera che conserva di suo padre – morto in circostanze a lei ignote -, solo una foto con lei bambina scattata nell’allora giardino zoologico; non con il veterinario esperto di rettili e prodigo di informazioni o con i custodi. Eppure, una serie di elementi, sembrano portare sulla pista di Giacomo Onor, custode del rettilario, ludopatico e indebitato. Ma talvolta le cose sono più complesse di come sembrano. E questo non sfugge né a Buonvino né alla sua singolare ma ormai ben affiatata squadra di agenti.

Un romanzo che si lascia leggere con piacere, capace di tenere alta la tensione fino all’ultima pagina, che alterna suspence e leggerezza avendo grande cura nella descrizione dei personaggi, principali e secondari. Personaggi che, con buona probabilità, incontreremo ancora tra le pagine di Veltroni…


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