Libri. Aldo Cazzullo e la Divina Commedia: “Il posto degli uomini”

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Quanto leggono gli italiani? Secondo recenti statistiche, il 40,6 per cento dell’intera popolazione mediamente legge un solo libro l’anno, a leggerne due o più sono ancora meno. Tutti gli altri, quasi 60 per cento, non leggono nemmeno quello sparuto libro, si limitano al telefonino, ai social, alla televisione, ai giornali di gossip.  In questo campo, la statistica è impietosa, e a poco valgono le esortazioni di privati e d’istituzioni che esortano a leggere di più anche i classici. E, perché no? quell’unico libro in casa potrebbe essere anche la Divina Commedia.

Lodevolmente, Aldo Cazzullo sta continuando in edicola e in libreria il suo viaggio dantesco celebrativo del settecentesimo anniversario della morte del Poeta, rileggendo appunto la Divina Commedia. Dopo il Paradiso, uscito l’anno scorso con il suggestivo titolo A riveder le stelle, oggi tocca al Purgatorio riletto e commentato con l’altrettanto originale titolo Il posto degli uomini (Mondadori, pagg. 278 euro 18,00).

Perché rileggere e commentare Dante? Per tre validissimi motivi: è il padre della lingua italiana: ancora oggi nel parlare corrente usiamo spesso molti dei suoi versi; nella sua opera maggiore c’è tutta la storia di questa “serva Italia di dolore ostello / nave senza cocchiere in gran tempesta/ non donna di provincia, ma bordello”; infine, è stato prodigioso anticipatore di eventi: infiammò Mazzini e Garibaldi, e ironizzò sulla sua Firenze che cambiava governo con leggi e provvedimenti come oggi facciamo a Roma con i DCPM. Insomma, spedendo l’umanità alla meritata destinazione (i malvagi all’Inferno, gli onesti in Paradiso e i redimibili in Purgatorio) Dante ha interpretato perfettamente il pensiero di ognuno di noi quando si ferma a riflettere sul destino che attende l’umanità nell’aldilà.

Non è facile rileggere la Divina Commedia. A scuola ci fu imposta, ma poi chi l’ha più presa in mano? C’è voluto Benigni con le sue letture in piazza a Firenze per ricordarci Dante e la sua poesia. Poi è arrivato l’anniversario della morte che con il “DanteD” ha visto attivarsi le autorità. Cazzullo, bravo giornalista oltre che felice scrittore, ha trovato la formula giusta: ha riletto le prime due cantiche (la terza, il Paradiso, non tarderà ad arrivare) e, verso dopo verso, con il testo a fronte come si faceva con le sudate traduzioni scolastiche, ha interpretato il pensiero dantesco e l’ha reso perfettamente comprensibile come in una moderna telecronaca. Con un incipit azzeccato: ”Siamo tutti d’accordo: i nostri nemici finiranno all’Inferno, le nostre mamme sono, o andranno – il più tardi possibile – in Paradiso, ma a noi un po’ di Purgatorio non ce lo leva nessuno”. Perché siamo peccatori e qualcosa dobbiamo pagare. Quindi è il posto degli uomini (e anche delle donne che, però, peccano di meno, sono più vittime che carnefici, soprattutto di questi tempi).

Quando la Chiesa stabilì l’esistenza del Purgatorio, nel 1274, Dante aveva nove anni, è il primo poeta a scriverne. Cazzullo dal canto suo si dice convinto che il Purgatorio, contrariamente alla vulgata, sia meraviglioso, per molti appassionati di Dante è la cantica più bella. E scrive: “La Divina Commedia come tutti grandi libri ci parla pure del nostro tempo, del nostro presente”. Il Purgatorio, e di qui il titolo del libro, “è il posto degli uomini anche perché come tutti noi abbiamo sperimentato negli ultimi due anni, il Purgatorio può essere anche qui sulla Terra. La pandemia è stata il nostro Purgatorio da vivi. Ha misurato la nostra forza morale e la nostra capacità di resistenza. Ha messo ognuno difronte alla prova della vita”.

Dire che il Purgatorio è meraviglioso è da temerari: come quando il presidente del consiglio Mario Monti, al culmine della crisi economica, se ne uscì dicendo che “pagare le tasse è bellissimo”: intendeva dire che se paghi le tasse vuol dire che hai un reddito, più o meno forte, e con le tasse aiuti lo Stato a darti migliori servizi. Sappiamo com’è andata a finire la carriera politica dell’imprudente senatore a vita. Ma non aveva torto. Cazzullo non cita Monti ma tanti altri uomini e donne del nostro tempo aggiungendoli ai tanti personaggi che Dante incontra nel suo viaggio oltretomba. Come Giovanni Bachelet, il professore universitario assassinato dalle brigate rosse e il cui figlio prega per i suoi carnefici. O papa Albino Luciani morto dopo 33 giorni di pontificato e di cui si sospettò l’avvelenamento. O il celebre film di Stanley Kubrick Spartacus del 1960  in cui tutti i gladiatori in una scena memorabile gridano ”Sono io Spartaco!” per sottrarre il vero capo della rivolta alla cattura da parte dei romani: “Io sono Oreste!” fa dire Dante al prigioniero del re Toante che cerca il responsabile del furto di una statua sacra, e che così cerca di salvare l’amico  Pilade, “No, sono io il vero Oreste”, ribatte Pilade. Quindi Dante avrebbe copiato da Cicerone che quella scena fra Oreste e Pilade aveva già messo in una sua commedia di successo e Kubrick ha sicuramente copiato da Dante.

Chiudendo il volume sul Purgatorio, Cazzullo torna all’epidemia da covid19  per un’ultima considerazione: “Reduci da due anni di pandemia già sappiamo cosa il Purgatorio vuole significare. E leggere le sofferenze ma anche la grande speranza di Dante e dei suoi personaggi può farci guardare con più serenità a quel che ci resta da vivere; e anche alla prospettiva di un futuro dopo la morte, su cui Dante oltre settecento anni fa ha formulato la più affascinante fra le ipotesi concepite dall’uomo, una visione rigorosa ma consolatrice della nostra sorte. E ricordiamo sempre che le visioni di Dante sono inventate, non false”.

A Roma, in una piccola chiesa di falso gotico sul lungotevere si può visitare il cosiddetto museo del Purgatorio: sulle pareti di una stanza attigua alla sacrestia si vedono dei segni, delle ombre, dei graffi nel muro, che – spiega il sacrestano – sarebbero opera delle anime che dal Purgatorio hanno voluto così manifestarsi ai fedeli. Vi si respira un’atmosfera di tenebra che a Dante non sarebbe piaciuta, lui che del Purgatorio ha dato una rappresentazione luminosa e rassicurante. E non a caso Cazzullo ha bellamente ignorato il museo nel suo libro che, come avemmo occasione di suggerire per il precedente sul Paradiso, gli insegnanti di italiano nelle scuole superiori dovrebbero far leggere in classe, come moderni sussidiari per meglio comprendere e apprezzare l’altrimenti ostico linguaggio del Sommo Poeta.

 

Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti

Autore: Aldo Cazzullo

Editore: Mondadori

Collana: Strade blu

Anno edizione: 2021

In commercio dal: 7 settembre 2021

 

 


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