Riforma Cartabianchetto

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E’ come se – per far durare meno il viaggio di un treno lento – invece di dotarsi di  locomotori più veloci, allo scadere dell’orario fissato per l’arrivo, il convoglio si fermasse in aperta campagna per poter dire che è stato puntuale. E’ quello che succederà se andrà in porto la pseudo-riforma del processo penale della Ministra Cartabia, che pone il termine massimo di due anni in appello e uno in cassazione affinché il processo si concluda. Altrimenti, scatta l’improcedibilità a prescindere dal suo percorso. E gli indagati la fanno franca per prescrizione.

Ma c’è anche un’altra chicca in questa geniale riforma: sarebbe la maggioranza di Governo a definire i reati da perseguire con priorità. Se decidesse di spingere l’azione penale più contro i furti,  rimarrebbero indietro i processi per corruzione (spesso riguardanti i politici), pronti per essere sbianchettati dalla prescrizione. Con la riforma “Cartabianchetto” si torna così all’impunità di casta e al Marchese del Grillo. Che disse al popolo, affacciato dal palazzo: “Io so’ io e voi non siete un ca..o”

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