Come può un uomo onorare la parità delle donne?

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Uomini e donne non sono uguali, perché i primi hanno un fisico più forte delle seconde. Questo dimorfismo ha avuto delle conseguenze finché la legge del più forte era la regola. I più forti hanno negato uguaglianza alle più deboli e si sono ritagliati ruoli sociali e familiari migliori. Gli uomini si sono riservati l’accesso allo studio, al potere, al sacro.  Alle donne hanno lasciato le incombenze della prole, la casa, la cura. Così, nei latini il patrimonio è il dovere maschile (pater+munus) di preservare beni e rispetto; il matrimonio, famiglia e discendenza. L’affermazione del diritto all’incolumità contro l’uso privato della forza ha aperto la prigione di sopraffazione in cui hanno vissuto da sempre le donne. Che si sono guadagnate con lotte, sofferenze e morti il diritto alla pari dignità, entrato nella Costituzione, ma non ancora in molte case. Dove uomini violenti impongono ancora alle compagne umiliazioni e lesioni; e la fuga dall’ergastolo domestico viene punita con la pena di morte.

Come può un uomo onorare la parità delle donne? Dipende dalla madre. La mia mi ha insegnato che mai – mai – si devono alzare le mani contro una ragazza. Il tabù si fondava su un precetto che ho sentito mille volte: “Le donne non si colpiscono nemmeno con un fiore”. Poi, da adulto, ho capito meglio il valore dell’altra metà del mondo, incontrando persone di grande cultura, intelligenza e ironia e la più bella me la sono sposata. Infine, ho sdoganato la parte convenzionalmente femminile dentro di me, curando l’accoglienza, la dedizione, la non violenza. E ho capito che per rispettare le donne, dobbiamo liberarci dell’istinto di sopraffazione della componente femminile,  fuori e dentro di noi. Un lavoro lungo, ma che vale il sorriso di una donna.

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