Giornalismo sotto attacco in Italia

Rifiuti tombati. Un’inchiesta giornalistica porta i carabinieri sul luogo del reato

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Un sequestro da 100mila euro di una cava usata come discarica di rifiuti, al culmine di un’operazione nata da un’inchiesta giornalistica. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico coordinati dalla Procura della Repubblica di Lecce, hanno sottoposto a sequestro preventivo d’urgenza un’area di 20mila metri quadri dov’era stati tombati rifiuti speciali ponendo fine all’ennesima storia di sfregio all’ambiente e all’uomo, che ha trasformato campagne e cave e intere porzioni di territorio, in ventri malati e pericolosi per la salute della gente.

Ma la vicenda di cui scriviamo, conferma anche il valore del lavoro di squadra e il ruolo del giornalismo watchdog, che nasce da un’attenta osservazione del territorio e dal rapporto fiduciario e saldo tra i giornalisti e le fonti.

L’intervento, effettuato di concerto con il personale dell’Ufficio Attività Estrattive della Regione Puglia, scaturiva a seguito di un articolo di stampa pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno in data 16 novembre u.s. sul quale, i Carabinieri del NOE e la Procura della Repubblica hanno voluto effettuare le dovute verifiche”, si legge nel comunicato dell’Arma, con riferimento all’inchiesta a puntate di Fabiana Pacella, referente di Articolo21 Puglia, in cui è stato documentato con foto e interviste a testimoni, l’interramento dei rifiuti in quell’area.

A dieci giorni dal primo articolo, l’intervento dello Stato migliore.

In particolare i Militari accertavano che, quale materiale di riempimento, venivano utilizzati inerti da demolizione con traverse ferroviarie in cemento, ancora con i ferri d’armatura, insieme a rifiuti in plastica del tipo corrugato da impianto elettrico, canaline e secchi all’origine contenenti pitture e colle da edilizia, parti e pezzi di ceramiche da sanitari e mattonelle in gres e porcellana ed anche parti e pezzi di solaio in latero cemento, ancora con pignatte e ferri di armatura, blocchi forati prefabbricati in calcestruzzo, in parte interi. Il legale rappresentante della ditta è stato deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per i reati di discarica abusiva di rifiuti speciali non pericolosi”.


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