TikTok e il giornalismo 2.0 ai tempi del #BlackLivesMatter

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Arrivati a questo punto del 2020, è impossibile non aver mai sentito nominare TikTok.

Da social network della Generazione Z a mezzo di comunicazione per i giornalisti, la piattaforma cinese nata nel 2017 è ormai al centro di molte discussioni, anche a livello politico. Se inizialmente a farla da padrone erano balletti, lip synch e challenge della durata massima di qualche secondo, con il tempo l’applicazione si è evoluta, arrivando ad accogliere contenuti sempre più variegati. Un esempio è l’uso che ne viene fatto in questo ultimo periodo, soprattutto dagli utenti che vivono negli Stati Uniti d’America a sostegno al movimento Black Lives Matter.

La piattaforma è di proprietà del gigante cinese ByteDancefondato dal CEO Zhang Yiming che, a 36 anni, si trova al 61esimo posto nella classifica annuale di Forbes. Controversa e molto criticata, TikTok è tra le applicazioni cinesi più diffuse: basti pensare che nei primi tre mesi dello scorso anno è stata la terza app più scaricata al mondo – prima di Facebook e Instagram – e che alla fine del 2019 stesso contava già un miliardo di utenti nel mondo. In poco più di un anno, in Italia TikTok ha attirato più di 2,4 milioni di utenti. Un numero che è aumentato nelle ultime settimane quando, complice il lockdown, l’app è diventata la seconda più scaricata.

Secondo l’agenzia Mediakix che si occupa di Influencer marketing, nel 2019 il 66% degli utenti di TikTok avevano meno di 30 anni, mentre negli Stati Uniti d’America il 60% degli utenti mensili aveva tra i 16 e i 24 anni. Se teniamo in considerazione questi dati, è facile capire che sono moltissime le opportunità che il mondo del giornalismo può trarre da TikTok.

Essendo una piattaforma concepita per adolescenti e pre-adolescenti, TikTok si presenta al giornalismo come un universo tutto da scoprire e con infinite possibilità a livello comunicativoUser friendly e fresco nel modo in cui il messaggio viene trasmesso, il social network presenta un duplice vantaggio per il Quarto Potere: da una parte, i reporter – tiktokers possono comprendere meglio il linguaggio dei giovani, adattando i messaggi anche complicati al loro linguaggio per attirarne l’attenzione; d’altra parte, il giornalismo fatto su TikTok può aiutare i ragazzi ad avere un primo contatto con il mondo delle news e, quindi, “educarli” all’informazione… Continua su vociglobali


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