Ennio Morricone. Le sue musiche sono state emozioni indelebili

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Non è “venuto a mancare”, né “ci ha lasciato”: Ennio Morricone è morto. Scrivendo il suo necrologio, ha voluto lasciarci il suo ultimo spartito. Dove si vede un uomo che fino alla fine compone, anche il suo addio, chiamando la sua vicenda e i suoi affetti con il loro nome.
Le sue musiche sono state emozioni indelebili, sempre incastonate tra le scene più suggestive di grandi film. Una volta lo andai a sentire in una “chiacchierata” – come disse – nella scuola dei Gesuiti di cui era stato alunno. Quando chiese se c’erano domande, mi alzai e gli chiesi: “Perché in tanti suoi brani ci sono “rumori” insoliti per una musica, come il verso di un coyote, di una rana, lo schiocco di una frusta…?” Lui mi guardò quasi stupito della domanda, poi aggiunse: “Ma per forza, quelli sono i rumori che si sentono nelle praterie del West e io dovevo inserirli tra le mie note, perché si adattassero meglio al contesto. Una colonna sonora non è una pezzo autonomo, ma deve infilarsi tra le immagini come un soffio sulla brace, che le accende ancora di più”.
Grazie Maestro. Ci mancherà quel “soffio”. Ma lo ritroveremo sempre ascoltando i suoi capolavori.

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