“Il carcere per i giornalisti lede la libertà di espressione”. La memoria della Fnsi nel procedimento che domani viene esaminato dalla Corte Costituzionale

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La Federazione Nazionale della Stampa Italiana in una lunga memoria sottolinea la necessità di dichiarare l’incostituzionalità del carcere per i giornalisti ricordando, in primis, di avere “la rappresentanza e la tutela morale dell categoria delle giornaliste e dei giornalisti” e citando al tal proposito un precedente importante, ossia la costituzione di parte offesa nel processo Alpi Hrovatin firmata dall’avvocato Giulio Vasaturo che rappresenta il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, anche in questo procedimento.
“L’ordinanza di remissione del Tribunale di Salerno – si legge in alcuni passaggi della memoria in atti del procedimento che si discuterà domani davanti alla Corte Costituzionale- paventa l’inderogabile esigenza di adeguamento del diritto interno, segnatamente del diritto penale in materia di diffamazione a mezzo stampa, al generale principio sancito dall’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà… in tal senso, anche a parere della Fnsi, l’articolo 595, comma 3, c.p., nella parte in cui prevede la pena detentiva, ancorché alternativa a quella pecuniaria, nonché dell’art.13 della legge n. 47/1948 si pongono in manifesto conflitto”.
La memoria ricorda altresì che “l’orientamento della Cedu si colloca nel solco di una costante giurisprudenza comunitaria in materia di diffamazione ‘mediatica’, secondo la quale l’ingerenza nella libertà di espressione dei giornalisti viola l’art.10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, allorché preveda – come tuttora accade nel nostro ordinamento – l’applicazione di una pena detentiva”.
(nella foto Raffaele Lorusso)


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