I migranti cancellati (mediaticamente) dal Covid

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di Anna Pozzi e Bruno Zanzottera per Africa Rivista

Che fine hanno fatto i migranti nel tempo sospeso che stiamo vivendo? Dopo essere stati considerati per mesi l’emergenza numero uno del Paese, sono spariti dalle cronache e se qualcuno ai piani alti  sembra essersi recentemente ricordato di loro, è solo perché le nuove frontiere imposte dal Covid-19 hanno impedito ai lavoratori stagionali di raggiungere le nostre campagne, mettendo a rischio i raccolti.  A differenza di quello portoghese, il governo italiano ha scelto infatti, in questa fase, di chiudere i porti e di guardare altrove. Scomparire da giornali e talk show non vuol dire però smettere di esistere. Gli sbarchi sono ripresi e i migranti già presenti sul territorio italiano (più di cinque milioni secondo l’Istat) sono più vulnerabili di prima e impegnati come tutti in questa difficile prova di resistenza. Molti hanno perso il lavoro, altri si stanno misurando con procedimenti di richiesta di asilo improvvisamente interrotti. Le donne vittime di tratta, spesso con i loro bambini, attendono di riprendere i percorsi di integrazione. I braccianti agricoli senza contratto hanno paura di tornare a lavorare, mentre i rider sfrecciano senza sosta per le strade deserte. Molte comunità hanno raccolto fondi per dare un contributo in questo momento difficile e c’è anche chi ha deciso di dedicarsi agli altri, facendo del volontariato, con piccoli e grandi gesti di solidarietà e vicinanza anche verso gli italiani. Ecco alcune storie, raccolte da Anna Pozzi e fotografate da Bruno ZanzotteraContinua su cartadiroma


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