Il raggiro allo Stato più veloce del virus. Così Antonello Ieffi aveva offerto una fornitura di mascherine senza poterla pagare

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Il raggiro  in danno dello Stato più veloce di tutto il tempo dell’emergenza del Covid 19 l’ha messo in piedi un imprenditore del cassinate che ha fiutato subito l’affare degli ordini urgenti di mascherine e, voilà, ci si è infilato vincendo la gara Consip. Questa mattina, Antonello Ieffi, 42 anni è stato arrestato e portato in carcere collezionando un altro record. Nel  momento in cui c’è necessità di svuotare le carceri, lui, comunque, non poteva stare ai domiciliari, troppo alto il rischio di reiterazione del reato.

Ieffi  il 12 marzo, cioè mentre l’Italia si preparava ad affrontare una dura quarantena e centinaia di persone davano vita ad una catena di solidarietà con pochi precedenti, si è aggiudicato la gara per la fornitura di 24 milioni di mascherine per un importo complessivo di 15,8 milioni di euro. Tramite la società Biocrea srl, di cui è stato amministratore fino al 19 febbraio per poi passare le quote a Stefania Verduci, aveva presentato l’offerta più vantaggiosa e si era impegnato, come da bando, a fornire i primi tre milioni di mascherine entro il 16 marzo. L’indagato sapeva che non poteva comparire in prima persona poiché aveva avuto più di qualche problemi in passato, per esempio una truffa in danno del fondo energia dell’Emilia Romagna per 4 milioni di euro, di qui la modifica dell’assetto societario.

Per di più la Biocrea, che da statuto si occupa di agricoltura e allevamenti, non aveva alcuna possibilità di consegnare il materiale e nemmeno i soldi per pagarlo. Quella di Antonello Ieffi era  “una puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, mascherine”. Così scrive il gip del Tribunale di Roma che ha autorizzato l’arresto. Il 16 marzo infatti davanti al ritardo e alle richieste di chiarimenti da parte di Consip, l’imprenditore  ha accampato una serie di scuse improbabili. Prima ha detto che stava pianificando un volo da Guangzhou Baiyun con destinazione Malpensa, poi ha scritto al Ministro degli esteri Luigi Di Maio, chiedendo un aiuto per la soluzione del problema. La Consip intanto aveva avviato una propria istruttoria e scoperto  che la venditrice era una società indiana, in contatto con altre due società, di cui una del Qatar avente come socio lo stesso Ieffi. In verità il ritardo era dovuto alla impossibilità di pagare i produttori delle mascherine perché, sosteneva l’indagato, le autorità del Qatar gli avevano bloccato i conti. Da un contemporaneo accertamento dell’Agenzia delle Dogane è emerso che le mascherine all’aeroporto di Guangzhou Baiyun non c’erano mai arrivate e mai sarebbero partite per l’Italia. Antonello Ieffi e la Biocrea si erano presentati ad una gara senza requisiti, per questo adesso l’imprenditore risponde di turbativa d’asta e inadempimento di contratto pubblico. I l contratto di fornitura è stato revocato il 20 marzo quando i dati del raggiro erano ormai più che evidenti. Una colossale bugia in danno dello Stato nell’emergenza del coronavirus si è consumata così, con una catena false attestazioni. E ha dato vita anche all’indagine più veloce di sempre, due settimane appena.

E comunque la caccia ai contratti per l’emergenza da parte di Ieffi non era finita. Nonostante il rapporto di Consip, si stava già organizzando con un’altra società fantasma per aggiudicarsi un’altra gara da 64 milioni di euro, sempre per il reperimento di materiale sanitario. Ecco cosa dice Antonello Ieffi a questo proposito al telefono con un tecnico: “… se ti fai il calcolo, ti fai due conti.. viene fuori l’importo.. contando che siamo stati  messi primi anche nei camici, che era il lotto più grosso.. da 67 milioni… ho fatto un conto che siamo aggiudicatari per 40 milioni… so’ numeri esageratamente grandi quindi io ho detto, perché non ci proviamo? Possiamo entrare in tutto quello che non è mascherine.. sistemiamo là, collaboriamo, siamo d’accordo di dividere l’utile”


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