I più amati: San Remo e Albano. Per un popolo di santi, poeti e navigatori

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“Lucio Dalla ha preso nel mio cuore il posto di Modugno”. La buonanima sanciva un passaggio di consegne, stante che nel frattempo anche Battisti e De Andrè se ne erano andati. Da qualche anno anche Lucio se ne è andato e resiste un suo coevo a difendere tutta un’epoca (anni ‘60/’70) di vero e proprio “bel canto”: Albano. “Mutatis  mutandi”, anche i maggiori critici musicali italiani prendono atto del problema anagrafico e si devono convertire ad apprezzare il cantante di Cellino San Marco.

Del resto la musica “pop” è da sempre intesa come pop-olare, sin dai Beatles ad oggi. Albano ci consola, da solo o con Romina, noi sapendo che è più anziano; inoltre da più di 50 anni ci fa cantare al mattino davanti allo specchio.

Come già per Adriano Celentano, lo spostarsi, in basso e a destra, del pensiero culturale della nostra triste Italia, fa emergere come un faro o uno scoglio il Carrisi, a cui ci aggrappiamo, orfani di altri modelli di vita e cultura: modelli positivi che sembrano del tutto scomparsi o (peggio) cancellati dalle memorie dei nostri cervelli e iPad, nostre protesi.

In verità il buon Albano, con il suo aspetto da mugico russo che conquista l’oriente, è un personaggio straordinario (oltre che per la longevità artistica): dice veramente quello che pensa e fa veramente quello che dice. Un comportamento oggi rarissimo, da proposta per un premio nobel. In quello che fu un paese di santi, poeti e navigatori, San Remo ha fatto un miracolo: trovare un connazionale da cui compreremmo un’auto usata: santo subito!


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