Grazie a Ilda Boccassini

0 0

Credo che i giornalisti liberi, che credono nell’articolo 21 della Costituzione, debbano oggi dire grazie a un magistrato, Ilda Boccassini, che va in pensione. Da lei i colleghi del settore giudiziario non hanno mai avuto facilmente notizie, meno che mai anticipazioni o carte e documenti, e con gli stessi magistrati la Boccassini è stata sempre dura, inflessibile. Ma tutti le hanno portato rispetto e nei suoi confronti c’è una sorta di riguardo basato sul riconoscimento di una carriera talmente inattaccabile e talmente di successo da poter essere scalfita in alcun modo. E’ così. La Boccassini è stata nel corso dei decenni quasi sempre l’unica donna nei pool di magistrati antimafia e anticorruzione. C’è stato ovviamente chi, come Berlusconi, sosteneva che andasse arrestata, ma in Italia si sa, succede.

Ma dalla prima inchiesta “Duomo connection” sulla mafia infiltrata a Milano fino all’arresto dell’assassino del magistrato Bruno Caccia più di 30 anni dopo l’omicidio, Ilda Boccassini ha concluso con successo tutti i procedimenti giudiziari che l’hanno vista in prima fila contro il terrorismo, la mafia, la corruzione, le tangenti. A luglio di quest’anno ha scoperto un traffico illecito di tangenti sui migranti.

Indimenticabile la sua richiesta di scendere in Sicilia dopo la strage di Capaci per indagare sugli assassini di Giovanni falcone, forse l’unico magistrato a cui è stata legata da amicizia profonda, mentre la gran parte dei colleghi cercavano di farsi trasferire lontano dall’isola.

Ilda “la rossa”, come la chiamavano alcuni, non si è fermata davanti a niente, è l’esempio di come un magistrato possa mantenere la giusta distanza anche dall’opinione pubblica che può e deve valutarla soltanto per i risultati che ottiene con la sua professione. Per lei hanno sempre parlato proprio solo i risultati.

Può darsi che molti la ricordino di più per le indagini sul caso Ruby e le “olgettine”, ma la vera criminalità organizzata la ricorda certamente per essere stata uno dei magistrati più preparati e più implacabili nel combattere i clan mafiosi di ogni tipo. Naturalmente non fu nominata procuratore generale a Milano, naturalmente uscì da ogni corrente della magistratura, è stata il primo magistrato a indagare un sindaco di Milano e un presidente del consiglio. Per Ilda Boccassini la legge, proprio come è scritto in ogni aula di giustizia, è uguale per tutti. Da cittadina, da giornalista che crede nella nostra Costituzione e da donna sento il dovere di ringraziarla.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21