Susanna Tamaro: “E’ come me: non ha un filtro per schermare il cuore”. Ogni epoca ha avuto la sua Greta

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Chi è Greta Thunberg? A questa domanda si possono dare risposte diverse. La più ovvia: è una ragazza svedese di sedici anni, non bellissima, con un accenno di autismo, che un giorno non è andata a scuola per protesta contro il degrado dell’ambiente. Ma si può anche rispondere (e qualcuno l’ha fatto): è una ragazzina ingenua diventata strumento delle organizzazioni ambientaliste che hanno colto l’occasione per mobilitare masse di giovani, peraltro indifferenti al problema del surriscaldamento del clima. Come dire: non merita tanta attenzione da parte dei media che ne hanno fatto un’icona.

Eppure, come spiegano i detrattori di Greta lo scatenarsi del suo fenomeno a livello mondiale?  I capi di Stato, di governo, addirittura le Nazioni Unite, gli uomini di scienza e di cultura che hanno generato il fenomeno Greta, tutti ingenui da farsi manipolare? Tutti cretini o, meglio, “gretini” come i nemici della ragazzina svedese hanno definito i suoi seguaci? C’è una terza riposta alla domanda: chi è Greta Thunberg, e l’ha data Susanna Tamaro, la scrittrice triestina che tutti conoscono soprattutto per il suo primo romanzo, Va dove ti porta il cuore e che nel suo ultimo libro Il tuo sguardo illumina il mondo ha rivelato di soffrire della sindrome di Asperger. Scrive la Tamaro:” Fin dalla più tenera età la sindrome di Asperger porta ad attraversare deserti infuocati, grovigli di emozioni impossibili da decifrare dall’esterno. I dolori di un bambino normale non sono minimamente avvicinabili a quelli che proba un bambino Asperger. Ma dove la natura toglie, da un’altra parte dona: il non capire il linguaggio degli uomini viene compensato dal capire con chiarezza assoluta e immediata tutti i linguaggi che umani non sono. Gli animali ci parlano e noi parliamo con loro. Abbiamo dialoghi intensi e sorprendenti con gli alberi e con i fiori. E’ questa capacità che ci permette di vedere prima degli altri – più degli altri – sofferenze, devastazioni e fragilità sempre più dilaganti di cui la natura ci parla”.“Da bambina – ricorda Susanna Tamaro – io singhiozzavo per giorni se trovavo un nido distrutto, un gattino morto, un fiore buttato nella spazzatura. Non si tratta di sentimentalismo ma di non avere alcun filtro capace di schermare il cuore”.

La madre di Greta, cantante lirica, ha raccontato del turbamento provato un giorno a scuola da tutta la classe della figlia vedendo un filmato sul grande continente di plastica che naviga da anni indisturbato nell’oceano. Nei suoi compagni questo turbamento si era già dissolto nell’ora seguente di scuola, incalzato da altri e più allegri argomenti. “Solo Greta aveva cominciato a piangere e aveva continuato a farlo a casa, inconsolabile. Quel mostruoso continente senza vita era ormai diventato per lei un vortice ossessivo. Vedere quel che gli altri non vedono. Vedere e non riuscire a dimenticarlo. Vedere e improvvisamente capire che il nostro compito non è altro che quello di aiutare gli altri ad aprire gli occhi”.

Una bella mattina, il 28 agosto dell’anno scorso, Greta Thunberg si è seduta sul marciapiede dinanzi al Parlamento svedese a Stoccolma con un cartello scritto col pennarello: “Sciopero della scuola per il clima”. E’ stata lì fino al 9 settembre. Poi ha lanciato il “Fridays for future”, uno sciopero settimanale ogni venerdì. Il fenomeno Greta è cominciato così: la fotografia di quella bambina seduta in terra fra il suo zainetto e il cartello del suo personale sciopero, ha fatto il giro del web, e ha svegliato le coscienze. Evidentemente era il momento giusto, ma c’è voluta Greta per far aprire gli occhi al mondo sul problema del futuro del clima.  Altro che manipolazione da “gretini”!

Susanna Tamaro, che da quando ha scoperto di avere lo stesso problema di Greta dice che tutto le è stato più chiaro, osserva: “Greta ha solo sedici anni e nell’età in cui le sue coetanee amano considerarsi già donne lei si definisce una bambina. Ed è una bambina. Le lunghe trecce, i jeans, le magliette, le camicie a quadri ci parlano di una persona lontana da qualsiasi desiderio di seduzione. Eppure malgrado ciò è riuscita a sedurre decine di milioni di suoi coetanei in tutto il mondo. Greta non ha malizia, non ha secondi fini, non conosce nessuna delle tecniche manipolatorie che permettono di muoversi con scioltezza nella società. Ed è proprio questa sua innocente purezza che attrae gli strali di chi, invece, nella stessa società si trova a proprio agio”.

Non c’è dubbio che Greta sia la persona giusta al momento giusto per allertare i governi sui rischi del riscaldamento climatico globale. Solo oggi qualche autorità pensa di mettere al bando la plastica usa-e-getta, Greta è andata all’Onu in barca a vela per non prendere l’aereo, coerente con quanto dice sull’inquinamento. Usa vestiti di seconda mano presi dal guardaroba della sorella o della madre. Altro che consumismo! Forse qualche stilista d’assalto proverà a portare in passerella le sue trecce e le sue camicie a scacchi. Ma non importa.  Quel che conta è che i giovani di tutto il mondo la seguano, che dimostrino di vedere quello che lei vede, il futuro delle nuove generazioni, prima che sia troppo tardi.

Ce ne fossero di Grete! E a ben guardare ce ne sono sempre state, per lo più giovani donne con la capacità di spingere lo sguardo oltre il quotidiano e di lanciare saggi anche se non sempre ascoltati ammonimenti. Nell’Antico Egitto la nostra Greta di oggi sarà stata una divinità molto ascoltata di cui gli archeologi avranno sicuramente trovato un’immagine scolpita nella pietra. Nella Grecia classica Omero ricorda il mito di Cassandra, profetessa invisa ai più perché bollava i costumi. Fra gli aruspici degli Etruschi e gli indovini della Roma dei Cesari il suo ruolo sarà stato quello di chi sa prevedere non solo sciagure, ma anche imperiali vittorie. Il Medioevo ha abbondato di veggenti, molte furono prese per streghe e finirono al rogo dell’Inquisizione. Quanto al disprezzo della ricchezza predicato da Greta, Chiara d’Assisi riparò gli strappi del saio del Poverello con pezzi di stoffa tagliati dal suo, non ne comprò di nuovi. Anche Giovanna d’Arco era una giovinetta che infiammò l’animo dei francesi contro gli inglesi e sappiamo come è andata a finire. La storia insegna che il mondo ha bisogno, di tanto in tanto, di Greta che apra gli occhi al prossimo. Tutto sta riconoscerla in tempo.


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