Lotti continua

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C’è una tecnologia che ha cambiato profondamente il giudizio sui politici: le intercettazioni. Che sono para-confessioni. Certo, sempre sottoposte al vaglio formale di un giudice, ma di immediato impatto politico. Le dichiarazioni intercettate tra Lotti e membri del CSM per influenzare nomine strategiche nelle Procure nazionali non sono parole in libertà, ma affermazioni autoevidenti e gravi. E qui, la via processuale si divarica da quella politica. Perché la prima farà il suo iter fino ai tre gradi di giudizio, ma la sentenza politica deve essere immediata e non tollera garantismo cartonato.

Tradotto: Zingaretti deve liberarsi di gente come Lotti senza esitazioni, a costo di provocare la spaccatura nel partito, tra renziani e innovatori. Ci sarà una crisi immediata, ma sarà salutare per la credibilità di cui ha bisogno il PD per rinascere. Un partito che molti elettori hanno lasciato proprio perché infestato da giovani con molta arroganza, poca preparazione e zero ideali. Ora Zingaretti deve scegliere e fare presto. Perché finché Lotti continua a stare nel PD, molti ex-elettori in diaspora ne staranno fuori.

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