Quegli uomini fra valori civili e sport

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di Federica Proietti

Protagonisti di vita, proprio questo titolo perché la vita vera è quella che affronta le situazioni, quella per chi è appassionato in quello che fa, non si sente eroe, non vuole essere definito eroe perché semplicemente porta avanti il suo dovere civile.
Questi uomini lavoravano ogni giorno senza fare caso agli orari, consapevoli che il rischio per le loro vite aumentava, non nascondevano di avere paura ma affermavano che senza provare paura non esce fuori neanche il coraggio.
Sono tanti gli elementi che caratterizzavano questi “protagonisti di vita”, uno di questi lo sport, che oltre ad essere portatore di valori, è uno strumento di comunicazione universale che avvicina queste persone vissute anni fa ai ragazzi di oggi. Perché ognuno può fare qualcosa e “se ognuno fa qualcosa, allora possiamo fare molto” (Padre Pino Puglisi).
Lo sport che forma il carattere: quella costanza, quella perseveranza, quell’impegno, indispensabili nel seguire le tracce di una pista investigativa; lo sport come valvola di sfogo nei momenti difficili. E lo sport anche come elemento di rigenerazione per il territorio: coesione per promuovere quartieri difficili e togliere i ragazzi dalle strade, togliere i ragazzi al controllo della mafia, uno sport che porta quel cambiamento che impaurisce la mafia.
Prima di raccontare meglio di cosa tratti la tesi in sé, vorrei specificare un importante dettaglio: la corsa mi ha accompagnato, passo dopo passo, nella ricerca delle testimonianze e nella stesura finale del lavoro. Basti pensare che l’11 marzo, dopo la mia settimana di ricerca a Palermo, sono atterrata a Roma perché, due giorni dopo avrei corso la mia prima Roma-Ostia. E non solo la corsi ma segnai in quella gara il mio PB sulla distanza.
Proprio mentre correvo e arrivava la fatica ripensai a quella frase di Giovanni Falcone “…le loro idee cammineranno sulle gambe di altri uomini”, questa la frase che ha animato la mia mezza nei momenti più difficili e così in corsa venne fuori l’inizio della tesi.
Poi arrivò maggio, mese in cui si dovevano tirare le somme e consegnare la tesi e fu proprio durante la gara a tappe dell’Isola d’Elba che trovai la massima serenità per scrivere: la mattina gara poi relax fino a pranzo e da dopo pranzo seduta al pc in camera per concentrarmi e scrivere … e anche quella gara andò bene!
Ed ecco i nostri protagonisti:
Giovanni Falcone: da adolescente praticava ginnastica artistica ed in particolare la disciplina degli anelli, ci sono parecchie medaglie presso la “Fondazione Falcone” a Palermo; ai tempi dell’Università si svegliava la mattina molto presto per andare ad allenarsi al canottaggio, prima di recarsi alla facoltà di Giurisprudenza. Il giudice Falcone non ha mai rinunciato allo sport: quando anche il mare gli fu negato, per motivi di sicurezza, andava comunque a nuotare: alle 7 nella piscina comunale di Palermo, prima che questa aprisse al pubblico.
Vito Schifani: esempio della massima energia e vitalità di un giovane, la velocità: in aria con il suo aereo, in pista dove correva massimo i 400m, per le strade di Palermo con la sua moto. Il 23 maggio 1992 non aveva neanche 30 anni e aveva una “maledetta voglia di vivere”.
Paolo Borsellino: nel parlare con suo figlio Manfredi subito è stato evidente come egli abbia trasmesso, con il suo esempio, i grandi valori dello sport. Anche il procuratore Borsellino da ragazzo si svegliava la mattina presto, alle 5, preso un caffè, si metteva subito a studiare ma alle 11 non poteva mancare il suo giro in bicicletta per le vie di Palermo.
Padre Pino Puglisi: prima di tutto grande promotore di sport tra i ragazzi, riuscì ad arrivare al cuore quasi impenetrabile dei ragazzi del difficile quartiere di Brancaccio con una supersantos. Nel luglio 1993 in ricordo della strage di Capaci si organizzò una manifestazione sportiva, “Brancaccio per la vita”: bambini sfrecciavano tra le vie del quartiere in bici o di corsa e tutto questo cambiamento-rinnovamento diede molto fastidio alla mafia, abituata a definire e decidere tutto, senza interferenze.
Nino Agostino: un giovane poliziotto, uomo semplice e amante del mare e … della pesca subacquea in particolare.
Mario Francese: un altro padre sportivo a 360° portiere di calcio, pronto ad avventurarsi al trotto fino a vincere il torneo tra giornalisti, promotore del baseball come rappresentante d’Istituto nella scuola dei figli.
Peppino Impastato: ricordato più come giovane intellettuale, attivista politico più che come sportivo eppure, anche lui, colse i profondi valori che lo sport può trasmettere: la domenica organizzava le “Piccole olimpiadi”: per le vie di Carini bambini che correvano, andavano in bicicletta tiravano un lungo e stretto pezzo di legno (il giavellotto prodotto in casa dallo stesso Peppino!).
Capiamo così che oltre al poliziotto, al magistrato, al giornalista, all’intellettuale, al sacerdote (“parrino” come si dice a Palermo) ci sono anche delle persone e portando questi racconti tra i ragazzi, tra i banchi delle scuole, credo potremmo portare un grande cambiamento culturale.

Da mafie


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