Scontro in maggioranza. L’oscurantismo del ministro Fontana, e al suo seguito di Salvini: no diritti a nati da utero in affitto. Spadafora, M5S, li contesta duramente

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Le famiglie Arcobaleno da oggi vedono sfumare un sogno accarezzato a lungo, almeno da quando nel febbraio 2016 sulle copertine dei rotocalchi era comparso un sorridente Nichi Vendola insieme al compagno Ed, fresco di paternità. Il ministro Lorenzo Fontana dice ‘no’ al riconoscimento dei figli di coppie omosessuali nati da maternità surrogata (pratica illegale in Italia). Vale a dire che nessun nato all’estero dal cosiddetto ‘utero in affitto’ verrà riconosciuto dalla legge italiana. Ed è subito scontro nella maggioranza gialloverde, con Matteo Salvini schierato dalla parte del ministro espressione della sua area e uno dei massimi esponenti del M5S, il sottosegretario di Palazzo Chigi Vincenzo Spadafora, sul fronte diametralmente opposto. Con una nota l’uomo di fiducia di Luigi Di Maio intima a Fontana di smettere con la propaganda o “si rischia di tornare 10 anni indietro”.

“Non esistono bimbi di serie A e bimbi di serie B, tutti vanno tutelati”, è il ragionamento di Spadafora.”Il diritto di famiglia, secondo il ministro della Lega, non può tenere in conto il riconoscimento di genitorialità di bambini concepiti all’estero da coppie dello stesso sesso, tramite pratiche vietate come la maternità surrogata o l’eterologa, non consentita a coppie omosessuali”. Una tegola “per chi ha sperato in tutti questi mesi di vedersi riconosciuti i diritti (e i doveri) della genitorialità”. Se, per fare un esempio, il piccolo Tobia (così si chiama il figlio di Vendola, ndr) dovesse restare orfano di entrambi i padri, non avrebbe diritto – per legge – a nessuna eredità.

D’accordo con Fontana, Salvini rivendica il diritto dei bambini ad “avere” una mamma e un papà”. E’ questa una delle questioni a cui “il governo darà voce e difesa in ogni sede. Fino a quando io sarò ministro gameti in vendita ed utero in affitto non esisteranno come pratica: sono reati”. Balza sulla sedia la madrina delle unioni civili, la senatrice Pd Monica Cirinnà. “Il Ministro Salvini sa benissimo – e lo ha ammesso lui stesso in Aula – che il Governo non può intervenire, tramite i Prefetti, sugli atti dello stato civile”. “Quello che Salvini e Fontana si ostinano ad ignorare continuando vergognosamente a negare l’esistenza stessa delle bambine e dei bambini arcobaleno – prosegue – è che la giurisprudenza ha già riconosciuto la piena legittimità degli atti di nascita con due padri e due madri; e ha riconosciuto che l’interesse del minore prevale sulla legittimità delle tecniche di procreazione medica assistita grazie alle quali il minore sia venuto al mondo”.

Da jobsnews


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