Governo. Mattarella si affida al presidente della Camera Fico per verificare entro giovedì un’alleanza M5S-Pd

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Ma arriva il niet dei renziani e della base grillina

Di Pino Salerno

Mattarella ribalta il campo. Nel giorno in cui il centrodestra vince le elezioni regionali in Molise, il Presidente della Repubblica convoca al Colle il presidente della Camera Roberto Fico, e gli affida l’incarico di sondare il terreno per un’eventuale intesa di governo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico, entro giovedì. Il Capo dello Stato evidentemente deve aver ritenuto non così forti quei “segnali” di cui aveva parlato la presidente del Senato Elisabetta Casellati quando la scorsa settimana era tornata a riferirgli dei suoi sondaggi per un’intesa tra M5S e centrodestra. “Ho atteso altri tre giorni per registrare altre novità pubbliche, esplicite e significative nel confronto con i partiti. Queste novità non sono emerse” avrebbe dinque riferito Mattarella a Fico.  Quindi il passo successivo, quello di oggi, interpella il ruolo del M5s, che costituisce la seconda forza parlamentare. I Cinquestelle hanno affermato di essere disposti a un accordo con la Lega, ma tale possibile accordo è risultato senza esito, o con il Pd. Si è allora deciso di verificare questa altra strada, apparendo le altre o non richieste o precluse. Adesso tocca a Fico, non a caso considerato l’esponente più “di sinistra” tra quelli di spicco dei pentastellati. E Fico ha detto poche ma non banali parole al termine dell’incontro al Qurinale: “mi metterò al lavoro da subito, secondo me un punto fondamentale è che si deve partire dai temi e dal programma per l’interesse del Paese ed è quello che cercherò di fare da subito”.

Il M5S: la politica dei due forni è stata ampiamente dibattuta e accetta. Non v’è bisogno di altro vertice, ma la base è in rivolta

Non sarà necessario un incontro dei vertici con i gruppi parlamentari del M5s per dare il via alla nuova verifica di una possibile intesa di maggioranza tra i 5 Stelle e il Pd. Il mandato a trattare alternativamente con la Lega o con il Pd è già acquisito ed ampiamente dibattuto in occasione degli incontri già fatti dal leader politico Luigi Di Maio, fanno notate i 5 Stelle. E’ invece possibile che già nella serata di lunedì il M5s possa rendere noto il calendario degli incontri del presidente della Camera Roberto Fico.

“Spero che il mio voto non sia stato buttato al vento con un accordo con il Pd. Votavo Pd, ho cambiato una volta, posso ricambiare”. Questo il tenore dei commenti postati sul blog delle Stelle, mentre si attendono le convocazioni del presidente della Camera, Roberto Fico. “Il tentativo di accordo con il Pd – punta il dito un attivista – e addirittura con il partito di Grasso e della Boldrini, è francamente risibile. L’ala di estrema sinistra e terzomondista del M5S farà crollare verticalmente il consenso al Movimento e, francamente, quella politica cozza contro il volere della maggioranza assoluta degli italiani che oggi in Molise hanno sancito per il Pd un consenso divenuto ad una sola cifra (9%)”. Per molti attivisti “l’unico governo possibile è con Salvini”, e c’è chi è pronto anche ad accettare l’apporto di “FI ridimensionata”. “A questo proposito – scrive una militante – attenzione che a demonizzare più di tanto Berlusconi lo si rafforza, come si è visto anche ieri in Molise (poi non dite che sono gli altri a tenerlo in vita)”. “Mai con il Pd – scrive Massimo – servi, traditori per antonomasia, venduti e venditori di nulla. Se mi viene in mente gente come i sedicenti ministri pidioti, mi viene mal di stomaco. Se vi doveste alleare con questi perdereste di sicuro un iscritto e relativo voto per quanto mi riguarda”.

Pd, fuoco di sbarramento contro l’ipotesi del governo con M5S

“Eravamo, siamo e restiamo alternativi al Movimento Cinque Stelle”, Matteo Orfini, presidente del Pd, è categorico, almeno per il momento, nel suo commento su Democratica (il quotidiano digitale del Pd) a proposito dell’incarico a Roberto Fico per verificare una possibile alleanza con il M5S.  I dem incontreranno il presidente della Camera ma il fronte renziano fa subito muro: “Un accordo politico con i 5 Stelle è impossibile” mettono nero su bianco, a stretto giro, Alessia Morani e Simona Malpezzi. I parlamentari vicini all’ex-segretario stoppano, insomma, qualsiasi fuga in avanti dell’ala ‘dialogante’ dem. E poi i renzianissimi Dario Parrini e il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, fino al già citato presidente dem, Matteo Orfini: un fuoco di fila a stoppare ogni illazione su un possibile accordo con M5S. Marcucci: “Non ci sono le condizioni minime per una maggioranza politica tra 5 stelle e Pd. Ascolteremo il presidente Roberto Fico con la dovuta attenzione, ma per noi le distanze sul programma restano molto marcate”. Nelle scorse settimane a muoversi controcorrente sulla chiusura ai 5 Stelle era stato Dario Franceschini all’assemblea dei gruppo Pd. Anche l’area Orlando non è del tutto impermeabile all’ipotesi di un confronto. Sostenitore del dialogo, da tempo, è Michele Emiliano. Ma, a quanto viene riferito, il bacino dei ‘dialoganti’ resta minoranza nei gruppi parlamentari.

LeU apre al mandato esplorativo di Fico. Anzi, Fornaro e Fassina auspicano perfino un sostegno esterno al governo M5S-Pd

“Liberi e Uguali esprime il suo apprezzamento per la decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di affidare un mandato esplorativo a Roberto Fico”, scrive in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro. “E’ arrivata l’ora – prosegue Fornaro – in cui ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte al Paese ponendo fine a un teatrino politico che sta francamente stufando gli italiani. Liberi e Uguali riconferma gli impegni assunti con gli elettori ribadendo la sua disponibilità a un confronto programmatico che parta dall’emergenza lavoro, dalla difesa della sanità pubblica e da un piano straordinario di investimenti pubblici, con l’unico limite invalicabile di un rapporto organico con il centrodestra”, conclude.

Per Stefano Fassina, inoltre, “l’incarico dato dal Presidente Mattarella al presidente Fico è un’opportunità da provare a cogliere”. Anzi, aggiunge Fassina, “dovrebbe farlo innanzitutto il Pd. Non per un astratto senso di responsabilità verso il Paese, ma per sfidare il M5S e concorrere a dare risposte a quelle fasce di popolo e di classi medie in grande sofferenza economica e sociale che la sinistra dovrebbe rappresentare e non ha più rappresentato, che hanno invece scelto M5S”, rimarca il parlamentare. “La disponibilità a costruire le condizioni per un appoggio esterno a un esecutivo M5S sarebbe anche la strada per riannodare con quei settori sociali abbandonati la connessione sentimentale tagliata da tempo. Ovviamente – conclude Fassina -, anche Liberi e Uguali, consapevole dei suoi limitati numeri, dovrebbe impegnarsi a una verifica costruttiva con il Presidente Fico”.

La rabbia di Salvini e il rilancio di Forza Italia

Il Presidente della Repubblica ha dato mandato al presidente della Camera “per sondare quale governo? Pd-5Stelle. Hanno perso in Italia, hanno perso in Molise, se ci date una mano straperderanno domenica in Fvg. Io non voglio vedere Renzi, Serracchiani o la Boschi al governo per i prossimi cinque anni. Non è giusto, non è normale, non è rispettoso”, ha detto Salvini nel corso del suo giro elettorale in Friuli. “Bisogna rispettare sempre le indicazioni del Presidente ecc. ecc. ma farò di tutto perché non accada questa presa in giro”, ha aggiunto.

Dalla parte di Forza Italia è la presidente del gruppo al Senato che ribadisce: “Abbiamo rispetto per la decisione del presidente della Repubblica di conferire un incarico esplorativo al presidente della Camera circoscritto all’eventualità di formare un governo a maggioranza M5S-Pd. Altrettanto rispettosamente dobbiamo sottolineare di trovare tale prospettiva non condivisibile. Riteniamo infatti che un governo non possa prescindere dal risultato elettorale nazionale del 4 marzo – peraltro ribadito anche dall’esito delle regionali del Molise – che ha premiato in primo luogo il centrodestra attribuendogli oltre il 37 per cento dei voti e molto di più in termini di seggi parlamentari. Attendiamo, dunque, il risultato di questa nuova esplorazione ma restiamo convinti che senza il centrodestra il Paese non possa avere un governo credibile e legittimato dal voto”.

Da jobsnews


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