Francesco su prostituzione, opinioni a confronto

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Dura la condanna del Papa che nel suo intervento al pre Sinodo dei giovani ha dichiarato: lo sfruttamento della prostituzione è “un crimine contro l’umanità” che nasce da una “mentalità malata secondo cui la donna va sfruttata”. Per poi proseguire, “al giorno d’oggi non c’è femminismo che sia riuscito a togliere questo dall’immaginario collettivo”, e chiedere perdono per tutti i cattolici che “fanno questo atto criminale”. Inutile dire di come le parole del Pontefice, fautore di una apertura della Chiesa verso le donne senza precedenti, si inseriscano in un dibattito che da decenni infiamma tutti gli ambienti, specialmente quelli femministi, come del resto accade per tutti quei temi legati a filo doppio con quello della libertà femminile. Spiega senza mezzi termini Kate Millet, tra le più famose e influenti teoriche e attiviste del femminismo internazionale, da poco scomparsa, nel suo “Prostituzione” (Einaudi, 1975):“mi sembra che la prostituzione sia una specie di paradigma, che sia in qualche modo il centro stesso della condizione sociale femminile“. Ebbene, proprio in virtù di questa centralità ma anche complessità, abbiamo deciso di ospitare riflessioni, mai singole, ma sempre accompagnate da quelle di altre/i. Oggi il commento è affidato a due care amiche, Annamaria Riviello, autrice e poetessa e Claudia Marsulli, brillante studentessa, tra le personalità del Laboratorio di Studi Femministi Anna Rita Simeone dell’università La Sapienza di Roma… Continua su cheliberta


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