“Palermo, capitale della cultura, dedichi un evento a Consolo”. La proposta del Centro La Torre al sindaco Orlando

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“Palermo, capitale italiana della cultura 2018, dedichi un evento a Vincenzo Consolo”, questo l’appello lanciato da Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi Pio La Torre al sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, durante la presentazione del libro “Cosa Loro. Mafie tra cronaca e riflessione”, raccolta di articoli e riflessioni sulla mafia dello scrittore siciliano tenutasi ieri presso l’Auditorium Rai di Palermo. L’iniziativa è stata promossa dal Centro Studi Pio La Torre per il quale Vincenzo Consolo ha scritto l’ultima sua opera, l’atto unico “Pio La Torre. Orgoglio di Sicilia” messo in scena da anni dalle scuole di tutta Italia. “Dedicare una giornata al rapporto di Consolo con Palermo e con la Sicilia e la società nel suo complesso – ha continuato Lo Monaco – servirebbe anche ad approfondire la sua visione della società e le sue riflessioni sul fallimento di una politica che non ha una visione strategica e a cui manca la passione civile. Passione che non è la ricerca dell’interesse personale ma della difesa del bene comune. Peraltro proprio l’Università di Palermo, nel 2007, lo ha insignito con una laurea honoris causa in Filologia”.

L’appello è stato raccolto anche dagli altri intervenuti alla presentazione: Salvatore Cusimano, direttore RAI Sicilia; Piero Melati, giornalista; Concetto Prestifilippo, giornalista e Gianni Turchetta docente dell’Università di Milano. Il volume “Cosa Loro. Mafie tra cronaca e riflessione”, edito da Bompiani, racchiude gli articoli a stampa di Consolo sul fenomeno mafioso. Pezzi che coprono un periodo che va dagli anni settanta a fino a poco prima di morire, nel 2010. Una testimonianza di come lo scrittore siciliano non sia mai venuto meno al suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata, in nome di una responsabilità morale contro le ingiustizie e le violenze della storia che lo ha sempre animato.
Piero Melati ha sottolineato come Consolo, nella sua veste di giornalista, cerchi un linguaggio nuovo nel racconto anche di fatti di cronaca molto crudi, come quello dell’uccisione di tre bambine a Marsala. “Inviato da L’Ora a seguire il processo, istruito dal giudice Cesare Terranova, Consolo nutre dubbi sul reale movente degli omicidi. In una stupenda intervista al magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto, il giudice sottolinea come emergano possibili moventi mafiosi. Solo anni dopo, quando Paolo Borsellino riaprirà l’istruttoria, verrà fuori che l’uccisione delle tre bambine era stata ordinata dalla mafia per coprire l’uccisione della figlia di un killer mafioso scappato in Germania. Consolo, anche da questo caso, capisce che non basta la cronaca per strappare la maschera a questo gioco di specchi che la mafia ogni tanto fa, ma che per vedere di più bisogna allargare le maglie del giornalismo tradizionale cercando nuovi linguaggi”.
Sull’innovazione linguistica nei suoi pezzi giornalistici è intervenuto anche Gianni Turchetta, docente di letteratura all’Università di Milano. “Se da un lato gli scritti giornalisti sono diversi da quelli letterali in senso stretto, in Consolo c’è un’interazione costante: è possibile rintracciare saggi e scritti giornalisti nei suoi testi letterali ed evidenti ricadute dei lavori storici negli articoli. Non è strano così ritrovare scenari storici anche sorprendenti nei suoi pezzi. Incipit, per esempio, in cui ricorda l’invasione araba per poi arrivare all’omicidio di mafia. Percorsi fulminei che testimoniano di un certo tipo di racconto e della maniera molto originale di mischiare in continuazione la storicità e l’invenzione narrativa”.
Per Concetto Prestifilippo “Consolo è un intellettuale consegnato alla letteratura europea. Un autore che durante tutta la sua attività non ha avuto timore di usare parole forti contro il potere, prerogativa che spetta ai grandi intellettuali come è stato Consolo e come lo è stato Sciascia”. Per Salvatore Cusimano, invece, “dal libro viene fuori un ritratto nitido di Consolo: quello di un intellettuale che ha una forte carica civile, con una forte radice ideologica senza che questo sollevasse guerre e reazioni. Ma accanto a questo emerge anche il carattere di Consolo, quello di una persona amareggiata e per certi versi piena di durezza nei confronti di se stesso, della sua terra e dei siciliani”.
Durante l’incontro l’attrice Consuelo Lupo ha letto alcuni testi tratti dal libro.

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