Palestina, libertà d’informazione sotto attacco

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L’Autorità nazionale palestinese (Anp) e l’amministrazione di Hamas a Gaza hanno un nemico in comune: la libertà d’informazione. Secondo il Centro palestinese per lo sviluppo e la libertà dei media (Mada Center), dall’inizio dell’anno sono stati registrati 101 attacchi alla libertà d’informazione: 81 chiamano in causa l’Anp e 20 Hamas. Solo nel mese di agosto le autorità di Ramallah hanno arrestato sei giornalisti.  Dovranno rispondere di fronte al giudice dell’accusa di “diffamazione” e “diffusione di informazioni che minacciano lo stato” .

Questo giro di vite è la conseguenza della controversa Legge sui crimini informatici entrata in vigore a luglio, che impone rigidi controlli sui media online e vieta l’espressione del dissenso in Rete. Ai sensi della legge, chi critica il governo dell’Anp rischia l’arresto e una multa. Lo stesso vale per chi condivide o ritwitta post critici. Se la “critica” danneggia l’ordine pubblico, l’unità nazionale o la pace sociale, sono previsti persino 15 anni di lavori forzati. A giugno, ancora prima che la legge entrasse in vigore, le autorità palestinesi avevano ordinato ai provider locali di bloccare l’accesso a 29 siti Internet appartenenti a partiti politici e media indipendenti.

A Gaza non è che vada molto meglio. A giugno, l’amministrazione di Hamas ha fatto arrestare due giornalisti e impedito ad altri di svolgere liberamente la loro professione. Almeno 12 attivisti gazani sono stati arrestati per aver pubblicato sui loro profili Facebook testi o disegni critici nei confronti di Hamas. Uno di loro ha denunciato di essere stato picchiato e tenuto bendato in posizioni scomode per lunghi periodi di tempo.

Per approfondimenti, questo è il link all’ultimo rapporto (in lingua inglese) di Amnesty International: https://www.amnesty.org/en/documents/mde15/6983/2017/en/


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