Londra. Proseguono gli arresti e le indagini dopo gli attentati di sabato. La condanna delle comunità islamiche. Si conferma il voto di giovedì: sondaggisti confusi

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Nuovi arresti, nella mattinata di lunedì, nel quadro dell’inchiesta sull’attentato di sabato sera a Londra, rivendicato dai jihadisti dello Stati islamico. Le unità dell’antiterrorismo hanno fermato “un certo numero di persone” durante nuove perquisizioni a Newham e Barking, nell’Est della capitale. Domenica, inSi conferma un’operazione a Barking durata alcune ore, erano già state arrestate 12 persone, sette donne e cinque uomini, tutte di età compresa tra i 19 e i 60 anni. Uno dei sospetti era stato poi rilasciato senza accuse. “Alle 4.15 di lunedì (le 5.15 ora italiana) gli agenti del comando antiterrorismo che indagano sugli attacchi terroristici di London Bridge hanno perquisito due nuove abitazioni, una a Newham e una a Barking”, si legge in un comunicato di Scotland Yard che parla di “un certo numero” di persone fermate, senza fornire ulteriori precisazioni.

“La priorità principale per noi è quella di capire se hanno agito con l’aiuto di altre persone”, ha detto oggi alla Bbc, il capo della polizia, Cressida Dick, aggiungendo che gli uomini della Scientifica hanno già recuperato una “enorme quantità” di indizi sul veicolo utilizzato dai tre attentatori. Secondo quanto riferito da Skynews, la polizia, pesantemente armata, ieri aveva già perquisito, tra l’altro, l’appartamento in cui viveva uno dei tre terroristi entrati in azione a London Bridge e Borough Market. I tre uomini sono stati uccisi dalla polizia, dopo essere entrati in azione con un furgone preso in affitto, armati di lunghi coltelli da cucina. Nell’attentato, sette persone sono morte e altre 48 sono rimaste ferite. L’identità degli attentatori non è stata resa nota, ma Scotland Yard ha assicurato di conoscere le generalità dei tre terroristi. I loro nomi, ha spiegato la Metropolitan Police, saranno comunicati “non appena operativamente possibile”. Al momento dell’attacco, alle 22:08 di sabato, i tre attentatori indossavano delle cinture esplosive, poi rivelatesi false. Malgrado l’intervento rapido delle forze di sicurezza, che sono riuscite a neutralizzare la minaccia otto minuti dopo il loro intervento sparando almeno cinquanta colpi, gli assalitori erano già riusciti ad uccidere sei persone (la settima morirà dopo i primi, inutili, soccorsi) e ferirne altre 48. Di queste, 36 sono ancora ricoverate in ospedale e 21 si trovano in condizioni “critiche”, secondo quanto riferito dal Servizio sanitario nazionale.

Tra i 7 morti, è nota una sola identità, quella di Christine Archibald, canadese, diffusa dalla famiglia

Tra le persone uccise figurano un cittadino francese e una canadese. Di quest’ultima si conosce già l’identità. Si tratta di Christine Archibald, 31 anni, originaria della British Columbia, trasferitasi a Londra per stare con il fidanzato. E’ stata la famiglia a rivelarne la morte. Altri sette francesi sono rimasti feriti – quattro sono in gravi condizioni -, assieme a due tedeschi, un australiano e uno spagnolo. Un altro francese è ritenuto scomparso, così come un cittadino spagnolo, Ignacio Echeverría, 39enne che vive a Londra. Secondo quanto riferito dal Guardian, l’uomo si sarebbe fermato a soccorrere una donna rimasta ferita: da quel momento non si hanno più notizie di lui. La famiglia ha pubblicato un appello su Facebook. Il fratello Joaquin ha detto che tutti i familiari sono stati invitati a lasciare alle autorità le loro impronte digitali: “Non è un buon segno”, ha commentato.

Lunedì sera veglia dei londinesi. Intanto, le comunità islamiche condannano gli attentati e lanciano un messaggio chiaro ai jihadisti, “non troverete nessun posto dove rifugiarvi”

I londinesi renderanno omaggio alle vittime lunedì sera, con una veglia che avrà inizio alle 19, ora italiana. “Siamo stati testimoni ancora una volta dell’orrore inflitto sulle nostre strade. È la terza volta in tre mesi: siamo profondamente scioccati e condanniamo questi attacchi in maniera ferma e forte”, ha detto Harun Khan, segretario generale del ‘Muslim Council of Britain’, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle comunità musulmane del Paese. Ma questa volta le comunità islamiche sono andate oltre alla condanna e hanno lanciato una vera e propria campagna in tutte le moschee e associazioni islamiche del Paese per “facilitare una risposta di base alla sfida del terrorismo” segnalando “attività sospette” e tendendo una “mano di partenariato e di cooperazione al governo e al Primo Ministro, per lavorare insieme per mantenere il nostro Paese sicuro”. Tra i messaggi che i musulmani Uk hanno voluto lanciare tramite la stampa al Paese, il primo è la “loro rabbia”. “I musulmani ovunque sono indignati e disgustati da questi codardi che hanno nuovamente distrutto la vita dei nostri amici britannici. Che questo poi sia avvenuto in questo mese di Ramadan, quando molti musulmani stanno pregando e digiunando, dimostra che queste persone non rispettano né la vita né la fede”. Il secondo messaggio è che la comunità musulmana è “risoluta” a collaborare con le forze di polizia. “Queste persone non devono trovare un posto in cui nascondersi”, dice Khan. “Oggi lanciamo una campagna per esortare le nostre moschee e le associazioni ad aumentare la loro vigilanza”.

Prosegue la campagna elettorale e viene confermata la data dell’8 giugno per le legislative. I sei sondaggi diffusi nel week end

Nonostante le pressioni sul web per il rinvio del voto, il primo ministro Theresa May ha annunciato che le elezioni legislative avranno luogo regolarmente giovedì 8 giugno. Anche la campagna elettorale, sospesa brevemente subito dopo l’attentato, è ripresa. La premier ha annunciato una revisione della strategia antiterrorismo: “E’ venuto il momento di dire: quando è troppo è troppo”, ha dichiarato ieri da Downing Street. “Non possiamo e non dobbiamo far finta che le cose possano continuare così”. Sei sondaggi pubblicati nel fine settimana, riferisce il quotidiano britannico “The Times”, danno il Partito conservatore in vantaggio con distacchi che vanno da uno a dodici punti percentuali rispetto al Labour. Tutti prevedono che la premier, Theresa May, resterà a Downing Street, ma le previsioni variano sui numeri, oscillando tra una vittoria schiacciante dei Tory e un parlamento bloccato in assenza di una maggioranza assoluta. Survation rileva un divario minimo, di un punto; a seguire YouGov (proprio per l’edizione domenicale del giornale, “The Sunday Times”) con quattro, Opinium con sei, Orb con nove, Icm con undici e ComRes con dodici. Tutti i rilevamenti sono stati effettuati prima dell’attentato a Londra e prima della trasmissione televisiva della Bbc “Question time”. I consensi per il partito di governo vanno dal 40 al 47 per cento; quelli della principale forza di opposizione dal 34 al 39. Il tasso di approvazione della prima ministra e leader conservatrice, Theresa May, è per la prima volta inferiore a quello di Jeremy Corbyn, il leader laburista. Colin Rallings e Michael Thrasher, direttori dell’Elections Centre della Plymouth University, osservano che nelle elezioni del 2015 il Partito conservatore prevalse sul Labour di sette punti nel voto popolare; un risultato al di sotto di quella soglia rappresenterebbe un duro colpo per i Tory.

Di Pino Salerno

Da jobsnews


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