L’Unità. Staino e Bucciantini non firmeranno licenziamenti collettivi

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“Quello che sta accadendo all’Unità è un segnale pericoloso, rischia di essere un brutto esperimento pilota nel settore dell’editoria”: così il segretario generale della Federazione della Stampa, Raffaele Lo Russo, intervenuto alla conferenza stampa che si è svolta oggi, martedì 23, nella sala stampa della Camera dei deputati, organizzata dal comitato di redazione dell’Unità e dalla Fnsi, presente anche il presidente, Beppe Giulietti.

Arrivati al settimo giorno di sciopero, i lavoratori dell’Unità non hanno ancora ricevuto alcun segnale dall’azienda, che non ha tolto di mezzo il ricatto sul pagamento degli stipendi, condizionato a un nostro intervento sui diritti acquisiti da ex colleghe. E con la minaccia di licenziamenti collettivi sui quali, però, oggi Sergio Staino, tornato direttore e Marco Bucciantini ex direttore, si sono espressi con molta chiarezza: non li accetteranno e non li firmeranno.

Per l’Unità si è vista una partecipazione bipartisan dei parlamentari, da Cesare Damiano, deputato Pd e presidente della commissione Lavoro della Camera, che si è impegnato a presentare una interpellanza parlamentare al ministro Luca Lotti,  che ha la delega all’editoria, alla vicepresidente Renata Polverini, di Forza Italia, che si è associata all’iniziativa, così come Marco Causi, deputato Pd. In sala anche Gianni Cuperlo, Sandra Zampa e Walter Verini, che ha osservato come il caso Unità abbia raccolto “ esponenti delle varie fedi all’interno dello stesso Partito democratico”. E ancora i dem David Ermini, Emanuele Fiano, Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia, Alessia Morani, Enzo Lattuca, Pippo Civati di Possibile e Fabrizio Cicchitto dell’Ncd.

Quello che sta avvenendo “nel giornale fondato da Antonio Gramsci” ha detto Umberto De Giovannangeli del comitato di redazione insieme a Maria Zegarelli e a Massimo Solani, è “il laboratorio del peggio, non è mai successo che alla richiesta dei lavoratori per il pagamento degli stipendi ci sentissimo dire dalla proprietà: quando convincerete le vostre ex colleghe a togliere il pignoramento. Ex colleghe che hanno vinto una causa di lavoro, con una sentenza di un giudice. “La proprietà ha messo sul tavolo solo i licenziamenti collettivi, mai successo nell’editoria se non alla Adnkronos, poi fermati da una battaglia dei giornalisti”, ha sottolineato De Giovannangeli. Per Lo Russo si tratta di “un ricatto inaccettabile, un segnale pericoloso sul quale accendere i riflettori e di cui si parlerà anche domani alle 9,30 in piazza Montecitorio durante la manifestazione in difesa dei diritti, contro il precariato e contro le cause temerarie perché anche sul precariato i decreti sull’editoria non dicono niente”. Cesare Damiano segnala il pericolo, da parte della proprietà  dell’”atteggiamento di rivalsa sui lavoratori, quando le tematiche sociali e del lavoro dovrebbero essere il fondamento di questo giornale che spesso ci ha ospitati”. Quindi, prosegue, “conquistare il tavolo di confronto sindacale è il primo passo” e ha assicurato che in commissione Lavoro sarà fatto il possibile.

Al ministro Lotti quindi una richiesta generale perché il governo si occupi del caso Unità, perché non sia l’apripista alla sottrazione di diritti, appello lanciato anche da Walter Pilati della Cgil poligrafici: “ La solidarietà va costruita, altrimenti costa poco e si potrebbe dare a tutti, va sollecitata la forza politica che sta all’interno dell’Unita”, il Pd che detiene ancora il 20%, mentre l’80% è del gruppo Pessina. Renata Polverini ha poi ricordato che l’Unità “è un gran pezzo di bella storia di questo paese. Quando tanta storia viene calpestata e non viene rivendicata serve un giornale come il vostro”. Walter Verini ha poi suggerito ai parlamentari presenti e  non di “autoconvocarci per decidere come supportare la vostra lotta, perché una storia editoriale come questa non sia interrotta o persa per strada. Sarebbe anche un danno, una ferita un impoverimento alla democrazia italiana”.


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