Opg chiusi entro gennaio 2017, ma sul futuro pesano le dimissioni del governo

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Seconda relazione trimestrale del Commissario unico per la chiusura degli Opg, Franco Corleone. Nel testo, consegnato al governo pochi giorni prima del referendum, l’auspicio di una rapida ripresa dei lavori al Senato su delega giustizia e sistema penitenziario. Ora il timore sui tempi incerti

ROMA – Opg chiusi e Rems tutte aperte e funzionanti entro gennaio. È questa la “deadline” fissata per gli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia da Franco Corleone, Commissario unico per il superamento degli Opg, ma il terremoto politico di questi giorni potrebbe rallentare il percorso di riforma di quella che lo stesso Corleone chiama una “rivoluzione gentile” nella seconda relazione trimestrale sulla propria attività. Un testo, la relazione, redatto pochi giorni prima del referendum costituzionale e dell’annuncio delle dimissioni da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che nella premessa auspicava una più celere ripresa dei lavori in Senato sulla legge delega sulla giustizia e sul sistema penitenziario, in calendario proprio il 7 dicembre. La salita al Colle di Renzi e i tempi incerti per le prossime elezioni, però, hanno cambiato i programmi e non è semplice fare previsioni. Le uniche possibili, spiega Corleone, riguardano la tabella di marcia del percorso già avviato, quindi la chiusura degli ultimi due Opg ancora aperti e l’attivazione delle restanti Rems da avviare.

Gli Opg da chiudere sono ancora quelli di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, e Montelupo Fiorentino, in Toscana. “In questo trimestre sono state aperte due Rems – si legge nella relazione -: quella di Santa Sofia d’Epiro, in Calabria, che ha accolto sette persone provenienti dall’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto che finalmente ospita solo internati siciliani; e quella di San Maurizio Canavese, in Piemonte, che ha accolto 10 pazienti provenienti da Castiglione delle Stiviere. Purtroppo, l’apertura della Rems a Genova ha subito un ritardo per ragioni burocratiche e amministrative, ma nel giro di qualche settimana dovrebbero essere risolte e la struttura accoglierà tre internati liguri ancora presenti nell’Opg di Montelupo Fiorentino e 14 pazienti da Castiglione delle Stiviere che a quel punto sostanzialmente avrà presenze di sole persone della Lombardia”. Per l’inizio del 2017, inoltre, è prevista l’apertura di un secondo modulo a Caltagirone che consentirà la chiusura dell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto ospitando gli ultimi 141 pazienti siciliani ancora presenti, mentre in Toscana si sta lavorando ad una soluzione che permetterà di mettere un punto anche nella storia dell’Opg di Montelupo.

A ottobre 2016, spiega la relazione, la capienza delle Rems presenti sul territorio nazionale è di 624 posti, mentre i pazienti presenti sono 603. Un dato con un saldo positivo anche grazie alle dimissioni di alcune delle persone ospiti. “Il fatto che delle persone vengano anche dimesse dalle Rems – spiega il commissario nella relazione – è un segnale positivo che porta a pensare che queste residenze siano delle strutture tendenzialmente aperte e, contrariamente agli Opg, non prevedono una presenza senza fine, con quella tragica pratica che era definita come ergastolo bianco. Inoltre, visto il numero irrisorio di reingressi comunicati su richiesta del Commissario, dai responsabili delle Rems, possiamo permetterci di affermare che il sistema in qualche modo stia iniziando a funzionare e che il lavoro svolto dagli operatori delle Rems, in stretta collaborazione con i servizi territoriali, stia dando dei risultati molto positivi”.

Nonostante i numeri, resta la preoccupazione per le misure di sicurezza non eseguite. Una questione sottolineata dal Commissario già in diverse occasioni, ma ancora non risolta. “Tutti i responsabili delle strutture – si legge nella relazione – fanno emergere quanto sia preoccupante l’aumento di misure di sicurezza provvisorie che prevedono il ricovero in Rems”. Al 25 ottobre 2016 sono 241 le ordinanze in questione. Su questo e sulla natura delle Rems doveva tornare il Senato riprendendo la discussione sulla legge delega sulla giustizia e sul sistema penitenziario, ma le dimissioni del presidente del Consiglio hanno cambiato l’agenda politica italiana. “A questo punto tutto è legato a quale nuovo governo e ai tempi di lavoro che avrà – spiega Corleone -. In realtà noi avremmo bisogno di una riforma complessiva a partire dal codice penale. Bisognerebbe fare una pulizia semantica ed eliminare la parola internato, per esempio. E poi riformare le misure di sicurezza. Oggi è urgente un chiarimento”.

Un punto fermo, spiega Corleone, deve essere quello di un seminario nazionale da organizzare a gennaio per poter presentare l’avvenuto superamento degli Opg. Poi, al Commissario mancherebbe solo un mese (il mandato scade il 19 febbraio) per mettere nero su bianco una roadmap per il futuro. “Voglio chiudere l’esperienza da Commissario avendo adempiuto all’obiettivo primario, cioè quello di chiudere tutti gli Opg e aprire tutte le Rems – spiega Corleone a Redattore sociale -. Fatto questo, però, nell’ultima relazione voglio presentare una valutazione sulle questioni aperte e proporre delle soluzioni. Ci sono ancora persone che sono in Rems fuori dalla propria regione. Vorrei avere un quadro rispettoso della territorialità. Poi bisogna lavorare sulla prospettiva. La riforma ha dimostrato che funziona, ma bisogna andare avanti. È una rivoluzione: diciamolo sotto voce. Si sta concludendo, ma non dobbiamo abbandonarla”.(ga)

Da redattoresociale


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