Quasi un procedimento di truffa su dieci finisce in prescrizione

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C’è il nome di un deputato di Forza Italia che alla maggior parte degli italiani non dice assolutamente nulla ma che ai giuristi e agli storici dice qualcosa di spiacevole ed ora addirittura di sinistro come suona anche per l’attuale ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il nome è quello dell’onorevole Cirielli ed io ricordo che durante il secondo governo Prodi occupandomi con altri deputati proprio della commissione di vigilanza della Rai e della Commissione Giustizia avevo incontrato quella legge che  fu una riforma importante per il governo Berlusconi nel 2005 in quanto abbassò in maniera significativa i termini della prescrizione con vantaggi evidenti per i problemi dell’ex cavaliere di Arcore.

Ebbene ora il Ministero della Giustizia ha calcolato che i processi non portati a termini a causa della prescrizione erano 123mila nel 2013 e sono diventati 132 mila nell’anno successivi. E in termini percentuali i processi definiti cioè conclusi con sentenza o archiviazione sono passati dall’8,3% al 9,5%. E se si considerano le varie tipologie di crimine a far la parte del leone sono le prescrizioni dei reati societari, come aggiotaggio, insider trading, false comunicazioni sociali. Lo stesso succede per i reati contro la pubblica amministrazione  come corruzione, malversazione, abuso di ufficio che nel 12,5% non arrivano a conclusione. Quasi un procedimento di truffa su dieci finisce in prescrizione e nel caso di lesioni o omicidi colposi il dato si ferma al 5,9% e per i reati ambientali al 5,6%.

In particolare l’appello rappresenta la fase in cui l’incidenza della prescrizione è più elevata. In secondo grado si  ferma il 23 % dei processi contro il 9% della media totale. Il Ministero della Giustizia annota che l’andamento storico della prescrizione mostra una crescita dell’incidenza nelle corti di appello che è passata dal 17,3% al 40%. Orlando nega che il divario sia particolarmente accentuato passando dal Nord al Sud ma i tribunali dove si registra la più alta incidenza delle prescrizioni  si trovano proprio nel Centro e nel Sud:i picchi si trovano a Tempio Pausania(51%),Vallo della Lucania(41%) e Spoleto(33%)- C’è peraltro da notare che nella fase delle indagini preliminari i tempi più lunghi si riscontrano al Nord:Torino(40 %), Parma(34%) e Brescia(27%) ma forse questo

dipende dalla particolare attività delle associazioni mafiose nelle regioni ormai conquistate che sono non a caso regioni del Centro-Nord come Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia con buona pace dei miei colleghi storici che tardano ad accorgersi ancora che le mafie ormai sono al Nord, più ancora che al Sud per ovvie ragioni di convenienza economica.


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