Riina jr da Vespa: se l’informazione abbassa la soglia della capacità di critica diventa altro

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Si sono dette e scritte cose assai diverse sull’intervista fatta da Bruno Vespa a Salvo Riina. Articolo21 ha ampiamente preso posizione. Forse, però, converrebbe  mettere a confronto modelli informativi diversi come quelli di Enzo Biagi o di Sergio Zavoli. Ne ha parlato lo stesso Vespa sul Corriere della sera, ma proprio la sinossi mette in luce le differenze. Ad esempio, le conversazioni di Zavoli con i più duri e intransigenti tra i brigatisti stavano in un contesto “La notte della Repubblica”, che restituiva alla storia e alla cronaca la loro verità, senza indulgenze. Se l’informazione abbassa la soglia della  capacità di critica diventa altro. Infotainment, come chiama – con troppa enfasi – il fenomeno la mediologia. Non è, quindi, l’identità dell’intervistato il problema. Anche se proprio il servizio pubblico, per missione e sintassi, avrebbe l’obbligo “ulteriore” della cautela, soprattutto laddove si toccano i buchi neri e doloranti della società italiana. Attenzione massima, dunque, quando il meccanismo del video offre come protagonista asettico chi rappresenta il Male.

Insomma, testo e contesto, contenuto e contenitore stanno insieme. Porta a Porta da tempo ha scelto la strada dell’ibridazione, passando da una puntata su un omicidio ad un’altra sulle cure dimagranti. Difficile, quindi, che un format così ondivago possa essere la scena giusta per un’intervista “impossibile”. Riina jr ha parlato, parlato e chissà –come ha rilevato Roberto Saviano – che non ne abbia approfittato per inviare messaggi. Una pagina triste, che non deve rimanere senza conseguenze. E sì, perché il tema enorme che si pone riguarda proprio la fisiologia della Rai dopo la recente (contro) riforma, evidentemente fallimentare persino dal punto di vista di chi l’ha concepita. Doveva essere la legge dell’accorciamento della catena direzionale, dell’insediamento dell’uomo al comando. Risultato di fronte alla prima curva difficile: la presidente ha espresso contrarietà ma invano, l’amministratore delegato rinvia la palla al coordinatore dell’informazione, che però è tuttora in fase di definizione.

Quindi, caos neppure calmo, viste le polemiche e persino l’inedita convocazione da parte della commissione antimafia. Quello di Vespa continua ad essere un regno a parte, appena federato con la casa madre? L’annosa questione del peso nel palinsesto di Porta a porta non  si è mai risolta, anche perché non è neppure un fenomeno isolato. Il servizio pubblico sembra allo sbando, niente affatto migliorato dopo il passaggio al diretto controllo del governo. Il grave incidente dell’intervista magari ridimensionerà il potere di un antico conduttore, ma ha svelato lo stato inquietante dell’azienda. E’ venuto il momento di restituire la parola ai cittadini sul che fare del e nel servizio pubblico. Una vera consultazione.


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