L’altro Regeni si chiama Giuseppe Uva

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E’ morto pieno di contusioni. Non in un paese straniero, ma in una caserma di casa nostra. Nello stesso mistero.
Le guardie l’hanno fermato in piena notte per ubriachezza e portato all’alba in ospedale.
L’uomo non resiste, ma il fatto non sussiste. Tutti assolti. Resta una salma, con i segni di un trattamento egiziano.
Gli stessi segni di oltraggio e depistaggio.
La sorella lascia il tribunale da sola, ma continua a chiedere giustizia.
Gli assolti ridono alla sentenza, abbracciati dagli amici.
I massacratori dell’ubriaco pestato non hanno un volto.
In questa ennesima storia di morte di un fermato.
Con poco diritto e tanto Egitto.

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