Siria. Raid aerei colpiscono scuole e ospedali. Almeno 50 i morti secondo l’Onu. La diplomazia internazionale bloccata

0 0

Di Pino Salerno

Francia e Turchia ritengono che i raid aerei di lunedì su cinque ospedali e due scuole nel Nord della Siria costituiscono dei crimini di guerra. Almeno 50 persone sono state uccise in bombardamenti, secondo un bilancio fornito dall’Onu. Il ministero degli Esteri della Turchia ha accusato la Russia per gli attacchi, mentre il presidente siriano Bashar al Assad ha messo in dubbio i piani per implementare un cessate il fuoco. Il ministro francese degli Affari esteri Jean-Marc Ayrault, si legge sulla Bbc, ha detto che questi attacchi “rappresentano dei crimini di guerra”. Una posizione condivisa da Ankara che ha dato “ovviamente” la stessa definizione dei raid. Il leader dell’Onu Ban Ki-moon considera attacchi aerei come quelli che hanno colpito gli ospedali e le scuole ad Aleppo e Idlib “palesi violazioni delle leggi internazionali”.

La prospettiva di una tregua anche solo temporanea in Siria è sembrata vicina al nulla di fatto dopo che la violenza è riesplosa in tutto il Paese, colpendo decine di civili inermi, ospedali e scuole. La responsabilità dei bombardamenti viene attribuita alle forze aeree russe, che sostengono il regime di Assad, alcuni giorni dopo che il premier russo Medvedev aveva negato attacchi contro gli obiettivi civili.

In realtà, gli eventi tragici di lunedì in alcune città al nord della Siria hanno dimostrato ampiamente la fragilità dell’accordo sottoscritto a Monaco per la “cessazione delle ostilità” e l’impatto sui civili di una imperdonabile guerra aerea condotta dal Cremlino che ha contribuito a consolidare la posizione di Assad e ad esacerbare il clima internazionale, dopo cinque anni di conflitto civile. La guerra civile ha inoltre costretto centinaia di migliaia di siriani ad ammassarsi lungo la frontiera turca, in attesa di raggiungere le coste europee, e in particolare le isole greche.

Lunedì, il presidente siriano Assad è apparso in televisione e ha detto che ogni cessate il fuoco non vuol dire che ogni parte in causa debba necessariamente evitare di usare gli armamenti. Assad si è detto convinto che ogni accordo era diretto a fermare “i terroristi, per evitare che rafforzassero le loro posizioni sul terreno. Quanto al cessate il fuoco, una tregua, se accadesse, non significherebbe fermare l’uso di armamenti”. Ed ha concluso: “un cessate il fuoco vuol dire in primo luogo fermare i terroristi. Non sarà consentito alcun movimento di armamenti, strutture o fortificazioni di postazioni”.

Intanto, sul piano delle relazioni diplomatiche internazionali, la cancelliera tedesca Angela Merkel lavora per la creazione di una no-fly zone in alcune regioni della Siria, sostenendo che è l’unico mezzo per alleviare l’emergenza umanitaria dei siriani. Da parte sua, la Casa Bianca ha condannato il bombardamento di ospedali e scuole “nei termini più duri possibili”. Il portavoce del dipartimento di Stato John Kirby ha detto che la continuazione della campagna aerea “è uno schiaffo all’unanime richiesta dell’International Syria Support Group fatta a Monaco di evitare attacchi sui civili e getta dubbi sulla volontà della Russia e sulla sua capacità di fermare la continua brutalità del regime di Assad sul suo popolo”.

La violenza di questo lunedì rischia di trascinare nel conflitto siriano la Turchia, che sostiene i ribelli antiregime. La Turchia combatte da sempre l’opposizione curda del PKK che ha trovato rifugio proprio nel nord della Siria. Il ministero degli esteri turco ha detto che la responsabilità dei bombardamenti ricade interamente sui russi che hanno commesso “un crimine di guerra” ed ha minacciato conseguenze più grandi e più gravi se la Russia non cessa immediatamente di portare attacchi sui civili.

Da jobsnews


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21