A Morricone l'Oscar per la migliore colonna sonora. Frati Assisi: complimenti Maestro la sua musica e la sua semplicità incantano

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Premiato anche DiCaprio. Quando il Maestro ‘disegnò’ una delle copertine della rivista San Francesco

“Complimenti Maestro la sua musica e la sua semplicità incantano” ha dichiarato il direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato. “Ricordiamo ancora le emozioni che ci fece provare ad Assisi quando diresse l’orchestra nella Basilica di San Francesco e quando definì il poverello di Assisi il più importante Santo Italiano che merita tutta la nostra ammirazione per la sua modestia e per il suo sacrificio. E rivolto verso i giovani l’invitò a comprare un libro sulla vita di San Francesco”. “Ennio Morricone – continua padre Fortunato – ci rivelò in una intervista per il nostro sito sanfrancesco.org che le musiche più appropriate per raccontare la vita, la testimonianza e la storia di San Francesco sono quelle del film Mission con doppio coro e 200 persone che suonano e cantano. Sono certo – conclude il francescano – che l’arte e la musica ci aiuteranno a passare dall’amore di sé all’amore per il bello, dalla filoautia alla filocalia”.

Ennio & Leo. Sono loro, Morricone e DiCaprio i trionfatori, annunciati, dell’edizione numero 88 degli Academy Awards. Insieme a Iñárritu, regista di Revenant, che nell’anno degli Oscar troppo bianchi fa risaltare l’orgoglio messicano. Ma il miglior film è «Il caso Spotligth» di Tom McCarthy con Michael Keaton e Mark Ruffalo sullo scandalo sui preti pedofili svelato dal team investigativo del Boston Globe, con tanto di appello a Papa Francesco: «E’ tempo di proteggere i nostri bambini».

Tutti in piedi per Morricone

Arrivato a Los Angeles in veste di favorito, applauditissimo alla cerimonia per la stella sulla Walk of Fame di Hollywood, Ennio Morricone ha vinto l’Oscar per la colonna sonora di The Hateful Eight di Tarantino consegnato dal grande Quincy Jones. Era la sesta candidatura, non ce l’aveva fatta per I giorni del cielo, Mission, Gli intoccabili, Bugsy e Malena. Finora, a 87 anni, aveva ricevuto la statuetta per la carriera dalle mani di Clint Eastwood (nel 2007). La vittoria ai Golden Globes aveva confermato che questo sarebbe stato l’anno giusto. E, giustamente, scatta la meritata è commossa standing ovation. Lui ringrazia, ancor più commosso, in italiano: «Buonasera signori», rende omaggio agli altri compositori, in particolare a John Williams, autore della colonna sonora di Star Wars The Force Awakens, John Williams, «non c’è una musica importante senza un grande film che lo ispirino. Ringrazio Tarantino per avermi scelto. Dedico questo premio a mia moglie Maria».

E DiCaprio fu

Finora battuta da Jack Nicholson, Adrien Brody, Jamie Foxx, Matthew McConaughey l’anno scorso quando fu candidato per The Wolf of Wall Street — e neanche nominato dall’Academy in occasione di pur notevoli interpretazioni in The Departed, Gangs of New York, Prova a prendermi e Django Unchained – Leonardo DiCaprio va a prendersi il riconoscimento che attendeva da anni. Ringrazia l’Academy, Iñárritu, Tom Hardy, Martin Scorsese e si lancia in una appassionato discorso a favore dell’ambiente. «Non diamo per scontato il pianeta, io non davo per scontata questa serata». Raggiante la mamma che l’accompagna, ancor più felice la sua più grande fan, l’amica Kate Winslet che fa il tifo per lui dai tempi di Titanic.

Per le attrici nessuna sorpresa: come previsto Brie Larson per Room nella categoria principale (prima nomination, prima vittoria lei ringrazia anche gli spettatori) e Alicia Vikander come migliore tra le non protagoniste per The Danish girl. (Stefania Ulivi – Corriere)

Da sanfrancesco

 
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